EMERGENZA IN GUARDAROBA
Ago, filo, ferro da stiro, spazzola, appretto e smacchiatore sono ancora considerati di norma arnesi del mestiere di mogli, figlie, amiche e donne in genere. Al di là del confortante cammino verso un'effettiva parità di sessi (e dei compiti), vi sono però altre circostanze che spingono spesso anche gli uomini a tirarsi fuori da soli da impacci casalinghi. Sono ancora considerate situazioni di emergenza (anche perchè l'uomo solitamente si accorge di qualcosa che non va all'ultimo mo 23523e410x mento), ma in realtà si può dire che sono molto frequenti, più di quanto ci si augura. Le operazioni che vengono descritte qui di seguito sono comunque trattate partendo dal presupposto di trovarsi in reali condizioni di disagio: in viaggio, fuori casa, con pochissimo tempo a disposizione oppure con lo stretto necessario di materiali e attrezzi per intervenire.
ATTACCARE IL BOTTONE
Succede
e purtroppo nei momenti più inopportuni che si stacchi un bottone della giacca
o della camicia e non ci sia nessuno disponibile per attaccarlo. È necessario,
quindi, mettersi in condizione di saper affrontare il problema. Se si viaggia
spesso, anche con un piccolo bagaglio, è bene munirsi di un mini-necessaire
da lavoro (ce ne sono piccoli come scatole da fiammiferi); se accade di restare
spesso a casa da soli è bene informarsi dove si trova la scatola del lavoro.
Ecco, comunque, come si procede. Innanzitutto occorre l'ago non troppo sottile,
con cruna larga e il filo dello stesso colore del bottone; si infila l'ago
facendo in modo che la gugliata resti più lunga da un lato e, all'estremità di
questo, si fa un nodino doppio o triplo. Quindi si eliminano con una forbicina
i residui di filo rimasti sul tessuto dove c'era il bottone, lasciando però un
piccolo segno che permetta di riattaccarlo nello stesso punto. Si introduce
l'ago dal rovescio dell'indumento e lo si porta al diritto, tirando bene il
filo. Si entra con l'ago in uno dei fori del bottone (di solito sono quattro)
facendolo scivolare, lungo il filo, fino al tessuto, e si rientra poi nel foro
accanto a quello di uscita portando l'ago al rovescio. Si torna quindi al
diritto in corrispondenza del terzo foro e si penetra nel quarto. Dopo aver
ripetuto l'operazione, introducendo l'ago cinque o sei volte in ciascun foro, si
termina al rovescio con due punti sovrapposti. Questo tipo di fissaggio va bene
per le camicie che hanno l'abbottonatura a piatto, mentre crea qualche
difficoltà per i bottoni della giacca. Questa operazione richiede un po' più di
tempo e cura. Dopo aver fatto scivolare il bottone lungo il filo fino al
tessuto e si dispone nel mezzo, tra i fori, uno spillo o un fiammifero e si
lavora come spiegato sopra, scavalcando con il filo lo spillo o il fiammifero.
Terminata l'attaccatura si sfila quest'ultimo e si tira
leggermente il bottone dal tessuto: l'attaccatura risulta così più morbida.
Intorno a questo gambo si deve far girare più volte il filo, partendo dal
bottone e arrivando al tessuto, in modo da ricoprirlo interamente. Si passa poi
con l'ago al rovescio e si fanno due punti ben stretti. In tal modo il bottone
resta ben fissato.
Tempo impiegato per l'operazione: 2 minuti e 45 secondi. Il problema è
brillantemente risolto dopo qualche opportuno allenamento.
UN COLPO DI FERRO
Stirare
non è poi così difficile, specialmente con i moderni ferri a vapore che
rapidamente cancellano grinze e sgualciture. Se si
tratta di un paio di pantaloni bisogna procedere in questo modo. Scaldare il
ferro alla temperatura adatta per la lana (segnata sul termostato e facilmente individuabile),
oppure regolarlo sul vapore; quindi disporre sul tavolo da stiro i pantaloni,
precedentemente spazzolati, con le due gambe ben sovrapposte. Se non si dispone
del classico tavolo da stiro, si può lavorare sul tavolo da cucina, usando una
coperta e un panno bianco. Si solleva una delle gambe e la si porta verso
l'estremità opposta, in modo da lasciare completamente libera quella
sottostante. Quindi si appiattisce bene la piega anteriore con le mani,
stendendo sopra un panno asciutto, se si usa ferro a vapore, oppure leggermente
inumidito se il ferro è a secco. Appoggiando il ferro sull'estremità
inferiore della gamba lo si fa scorrere con cura su tutta la piega arrivando
fino alla cintura; nel compiere questa operazione bisogna stare attenti a non
spostare la piega, altrimenti dopo la stiratura si rischia di... trovarne due,
quella vecchia e quella nuova provocata dal ferro. Si passa ora il panno sulla
piega posteriore e si stira anche questa, arrivando poco più in su del cavallo.
Se ci sono delle grinze in questa zona, anzichè
premerle con il ferro, lo si tiene leggermente sollevato dal tessuto e si
dirige il getto del vapore sulla parte sciupata: le grinze si distendono e il
tessuto riacquista freschezza. Si completa poi l'opera, pressando leggermente
con la palma della mano la zona vaporizzata mentre è ancora calda e un po'
umida. È possibile usare anche un altro sistema; con uno spillo si punta l'orlo
della gamba alla coperta e con la mano sinistra si tira leggermente il
pantaloni all'altezza della cintura; in tal modo il tessuto resta teso e con il
vapore si eliminano le pieghe. Stirata la prima gamba, si passa alla seconda,
posando questa a piatto sul tavolo e sollevando l'altra, come spiegato
precedentemente. Si sistemano i pantaloni con entrambe le gambe sovrapposte e,
proteggendoli con il panno, si ripassano leggermente le pieghe. Eventuali
grinze sul lato esterno del pantalone, tra le tasche e la cerniera, si
eliminano con il vapore. I pantaloni non devono essere indossati subito perchè, essendo ancora un po' umidi, si sgualciscono
rapidamente. Meglio lasciarli un attimo all'aria o distesi sul letto, in
maniera che possano asciugarsi.
Per quanto riguarda la giacca, l'operazione è un po' più complessa: comunque,
con il ferro a vapore, che va tenuto sollevato di qualche centimetro dal
tessuto, è abbastanza facile eliminare eventuali pieghe. Per stirare la parte
alta della manica, occorre infilare al rovescio, dentro la manica un panno o un
asciugamano più volte ripiegato; afferrandolo con la mano sinistra, si tiene la
giacca sollevata nella mano e si passa il ferro sul diritto della manica, che
deve essere protetta da un panno. Non c'è pericolo di scottarsi, perchè la mano sinistra è ben difesa dal panno ripiegato.
Per stirare più facilmente la giacca, è consigliabile l'uso dell'apposito
apparecchio a vapore elettrico (in plastica) che consente di stirare la giacca
appesa alla gruccia (è reperibile in qualunque negozio di articoli casalinghi e
richiede solo un po'di acqua e l'aggiunta di un pizzico di sale). Naturalmente
terminata la stiratura, il ferro va staccato e, preferibilmente, svuotato
dall'acqua rimasta nel serbatoio. Per stirare la camicia si inizia dai polsini,
poi le maniche che si mettono in doppio con una piega che corre dal polso al
centro della spalla e successivamente il dietro. I due davanti e il collo si
stirano per ultimi. Il collo va passato prima al rovescio e poi al diritto; per
agevolare la stiratura e renderlo perfetto, è consigliabile spruzzarlo con uno
degli appositi prodotti per stirare contenenti appretto.
SMACCHIARE GLI ABITI
Le
macchie, come si sa, sono sempre in agguato; è meglio dunque sapere che cosa
occorre fare per porre rimedio a questi fastidiosi inconvenienti.
Naturalmente ci limitiamo a suggerire piccoli interventi di emergenza, da
effettuare o solo con dell'acqua, oppure con uno dei molti smacchiatori spray
che si trovano in commercio (è consigliabile avere sempre una bomboletta a
portata di mano, sia a casa sia in ufficio) o con altri prodotti facili da reperire.
Vediamo i casi più comuni.
Aranciata. Come intervento di emergenza basta un po' di acqua
tiepida per togliere dalla macchia la parte zuccherina; in seguito si può
ripassare con un po' di acqua e sapone e poi ancora con acqua pura.
Birra. Anche le macchie di birra, come quelle di aranciata, se ne
vanno con un po' di acqua tiepida. Eventualmente, per una smacchiatura più
efficace, si può aggiungere all'acqua, un po' di alcool (un cucchiaio per mezzo
litro).
Brillantina. Si toglie con un comune smacchiatore per grassi. Un
vecchio metodo, ma sempre valido, è quello di posare sulla macchia un foglio di
carta velina e passarvi sopra un ferro da stiro caldo.
Bruciatura. Può accadere che un po' di cenere incandescente vada
a finire sul tessuto dell'abito, lasciando una macchia marrone senza, tuttavia,
bruciarlo. È possibile rimediare con un trattamento a base di acqua ossigenata
al 3%, oppure con acqua borica.
Caffè. Le macchie di caffè sono molto tenaci. Se è amaro, e se è
possibile intervenire subito, si riesce a eliminarle con acqua pura gassata. In
caso contrario va lavato con acqua e sapone se è un tessuto fine, come ad
esempio una camicia, o con acqua ossigenata e poi ammoniaca se il tessuto è più
pesante.
Carta carbone. Le macchie di questo tipo si rimuovono facilmente
con un po' di benzina o con uno smacchiatore qualsiasi.
Cicca americana. Il sistema migliore per toglierla dal tessuto è
quello di mettere l'indumento nel freezer e aspettare che la cicca congeli, per
poterla poi facilmente staccare.
Colla. Per la colla composta di gomma arabica basta un pop di
acqua e ammoniaca.
Fango. Basta lasciar asciugare completamente la macchia e poi
rimuoverla con una spazzolata. Se è più resistente, si consiglia di inumidirla
con un po' di alcool.
Frutta. Le macchie di frutta sono le più traditrici e spesso
difficili da togliere con un intervento di emergenza. L'unica possibilità è
quella di ricorrere al succo di limone. Se non si ottiene alcun risultato è
necessario mandare il capo in tintoria.
Gelato. Bisogna cercare di eliminarle al più presto, prima che
induriscano. Basta solo dell'acqua tiepida.
Grasso. Per quanto riguarda le macchie di unto provocate dal
cibo, è sempre bene ricorrere a uno smacchiatore liquido, oppure alla trielina.
Dopo aver bagnato la parte macchiata, bisogna cospargerle con talco o con
saponaria che hanno funzione assorbente ed evitano la formazione di aloni.
Quindi si spazzola. Se si usa un prodotto spray, basta spruzzarlo sulla
macchia, stando circa 20 centimetri di distanza, e poi aspettare che il
prodotto asciughi, formando una polverina bianca, che va tolta con la spazzola.
Se a macchiarsi non è un abito, ma un documento importante occorre fare una pappetta di magnesia e benzina e metterla sulla macchia;
durante l'operazione si consiglia di tenere il foglio su un piano di vetro.
Quando la magnesia ha assorbito il grasso si toglie l'impasto ormai secco con
una spazzolata.
Inchiostro. Una macchia di penna stilografica si può cancellare
abbastanza facilmente con del succo di limone. Deve essere possibilmente presa
dal rovescio del tessuto tamponandola con un batuffolo imbevuto di succo di
limone, dopo aver appoggiato la parte macchiata su carta assorbente o su un
panno. Non appena questi ultimi si sono imbevuti di inchiostro, si spostano
mettendo sotto la macchia una parte pulita e si continua l'operazione fino a
totale sparizione della macchia. Le macchie di biro su lana o seta si tolgono
con alcool o trielina, sempre mettendo sotto la parte macchiata una carta
assorbente. Su cotone, invece, si asportano con acqua e sapone.
Liquore. Poichè l'ingrediente
principale è lo zucchero basta lavare velocemente la macchia con acqua tiepida,
magari addizionata con un po' di ammoniaca. Le eventuali tracce di coloranti si
possono cancellare con alcool.
Maionese. Si toglie con benzina per eliminare il grasso; se
cotone si lava poi con acqua e sapone, se il tessuto è in lana si lava con
acqua tiepida e detersivo delicato.
Nicotina. Le macchie giallo bruno della nicotina sui tessuti di
cotone vanno via facilmente mettendo l'indumento in bucato o lavando
energicamente a mano con acqua e sapone; su tessuti di lana o di seta
scompaiono se tamponate con acqua ossigenata diluita (metà e metà).
Pomodoro. Le macchie di pomodoro crudo vanno subito lavate con
acqua fredda e poi coperte con talco. Le macchie di salsa si tolgono con acqua
e ammoniaca.
Rossetto. Basta picchiettare, senza strofinare, con alcool oppure
etere.
Sangue. Bisogna intervenire subito con acqua fredda e, nella
maggior parte dei casi, la macchia se ne va. L'acqua
deve essere rigorosamente fredda, poichè quella calda
cuoce la macchia, facendo coagulare il sangue che diventa poi impossibile
togliere.
Tè. Su cotone e lana si usa acqua tiepida e detersivo o anche
acqua tiepida e sugo di limone che va poi sciacquato con acqua tiepida pulita.
Vino. Le macchie di vino non si tolgono con molta facilità.
Bisogna cercare di eliminarle finchè sono fresche,
strofinandole (se il tessuto è lavabile) con sale e limone; oppure (su tessuti
non lavabili in acqua) con qualche goccia di acqua ossigenata o con un buono
smacchiatore fino a che la macchia è sparita.
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