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ESISTENZIALISMO

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ESISTENZIALISMO

Oltre che a essere una filosofia è un clima culturale che ha caratterizzato il periodo compreso fra 2 conflitti mondiali e che ha trovato la sua maggiore espressione nel periodo bellico (filosofia) e postbellico (atmosfera).

L'esistenzialismo risulta definito da un'accentuata sensibilità nei confronti della finitudine umana e dei dati che la caratterizzano ossia le "situazioni limite" (nascita, lotta, sofferenza, morte,.).



Si vuole attirare l'attenzione sugli aspetti limitanti o negativi della condizione umana nel mondo (che la guerra ha accentuato). Parallelamente alla delusione storica nei confronti della guerra, sulla sensibilità esistenzialista ha influito la delusione culturale nei confronti degli ideali e delle correnti di pensiero di tipo ottocentesco.

Per questi motivi l'esistenzialismo si è collegato con certe manifestazioni letterarie in cui era più vivo il senso della problematicità della vita umana opere di Dostoevskij (tema dell'uomo che continuamente sceglie le possib 11311x2314l ilità della sua vita, le realizza e le conduce a termine portando il peso e la responsabilità di questa realizzazione) e Kafka (mette in luce il senso negativo e paralizzante delle possibilità umane che Kierkegaard aveva già messo in evidenza. L'intera esistenza si trova sotto il peso di una condanna imminente, che si conclude con la morte. Il tema dell'insicurezza fondamentale della vita, contro la quale non valgono né ripari né rifugi; il tema della caduta nell'insignificante e nella banalità quotidiana che toglie all'uomo perfino il suo carattere umano).

La cosiddetta letteratura esistenzialista si è fermata a descrivere le situazioni umane che recano in sé più fortemente impressa la traccia della problematicità radicale dell'uomo. L'uomo in rivolta è il simbolo di un individualismo per il quale "noi siamo davanti alla storia e la storia deve fare i conti con questo noi siamo che a sua volta deve mantenersi nella storia". Il noi siamo è la difesa della comune dignità umana.

La letteratura esistenzialista trova un corrispondente più generale nel Decadentismo europeo, per esempio hanno in comune una particolare attenzione al tema della morte.

L'esistenzialismo è un insieme di filosofie che risultano oggettivamente caratterizzate da alcuni tratti comuni:

La tematica centrale è una riflessione sull'esistenza (modo d'essere proprio dell'uomo, descritto come rapporto tra esistenza e essere. Il rapporto uomo- essere è il binomio centrale e decisivo dell'esistenzialismo).

Il rapporto esistenziale con l'essere viene interpretato come qualcosa che richiede dall'uomo una qualche scelta o progetto aperti al rischio.

L'uomo è quindi un ente che si trova di fronte a determinate possibilità di realizzazione

L'uomo vive come singolo (ente individuato e irripetibile)

L'esistenza si trova sempre in una situazione individuata e concreta, racchiusa dalla nascita e dalla morte

In quanto struttura relazionale caratterizzata dalla singolarità, dal possibile e dalla scelta, l'esistenza risulta segnata dalla finitudine e dal limite.

L'esistenzialismo prende le distanze da quelle filosofie che:

non riconoscono la finitudine esistenziale, e identificano l'uomo con l'Assoluto.

risolvono la singolarità dell'individuo in un processo impersonale e totalizzante

non considerano la rilevanza delle situazioni limite dell'esistenza (nascita, morte, solitudine,.) e degli stati d'animo che le accompagnano (angoscia, paura, speranza,.)

negano l'iniziativa e la scelta

SARTRE

l'IO non è una sostanza chiusa in se stessa, ma una struttura relazionale aperta al mondo e agli altri. La coscienza viene intesa come "essere nel mondo" e l'atteggiamento specificatamente emotivo viene interpretato come una maniera possibile di vivere i rapporti con la realtà, consistente in una modificazione magica del mondo. Particolare importanza ha l'immaginazione che si legherà al concetto di libertà. L'immaginazione è un modo attraverso cui la coscienza trascende la realtà alla luce di un possibile.

"L'essere e nulla" capolavoro dell'esistenzialismo sartriano. Egli si interroga sulle strutture dell'essere. Questo si manifesta in:

essere in sé tutto ciò che non è coscienza ma con cui essa entra in rapporto, ovvero le cose del mondo

essere per sé = coscienza stessa, che ha la prerogativa di essere presente a se stessa e alle cose.

Il "in sé" è il dato che la coscienza si trova davanti

Il "per sé è la coscienza che ha la capacità di attribuire alle cose dei significati. Per questa sua doppia prerogativa di non essere il dato ma di dare ad esso dei significati Sartre chiama il per sé nulla, cioè la coscienza stessa che sorge come potenza nullificatrice del puro dato e come fonte di significati rispetto all'in sé. Ciò equivale a dire che l'uomo è libero. La libertà, intesa come nullificazione coscienziale del mondo mediante dei significati, coincide con la struttura stessa dell'esistenza condannata ad essere libera. Il nulla è anche l'incapacità dell'uomo di spiegare agli altri il nostro essere per sé.

Questa libertà fa sì che l'individuo risulti in uno stato di permanente conflitto con gli altri nello stesso momento in cui io pietrifico l'altro con i miei significati la stessa cosa fa il mio vicino. Inevitabile è quindi lo scontro delle libertà e la guerra dei significati "l'inferno sono gli altri".

Amore: principale tentativo di realizzare l'unità o l'assimilazione tra l'io e l'altro; risulta conflittuale e votato allo scacco.L'amore è voler essere amato (volontà di valere per l'altro come l'assoluto). Nell'amore non si cerca tanto il possesso fisico, quanto quella x capace di dare un senso alla propria esistenza, altrimenti assurda. Ma per considerarmi come assoluto l'altro deve essere libero occorre che si mantenga come pura soggettività, come l'assoluto esso stesso.

Ecco lo scacco inevitabile dell'amore: l'altro esige da me la stessa cosa che io esigo da lui e mi delude proprio per questo suo amore.

Nell'amore ognuno vuol essere per l'altro oggetto assoluto, ma per questo occorre che l'altro, nella sua libertà, rimanga soggettività assoluta. Poiché entrambi vogliono la stessa cosa risulta che l'amore è conflitto, quindi c'è un paradosso di fondo: si vuole che l'altro sia libero e allo stesso tempo schiavo della nostra libertà.

Non c'è salvezza nell'amore: il conflitto e lo scacco gli sono necessari. Fallisce anche il desiderio sessuale che diventa come l'illusione del dominio dell'altro attraverso il possesso del corpo. Masochismo : tentativo illusorio di abdicare dalla propria soggettività (implica il volerlo).

Sadismo : tentativo illusorio di ridurre l'altro a semplice oggetto.

Nella condizione umana vi è qualcosa di paradossale pur essendo libero di fronte al mondo l'individuo non è libero di essere libero. Il fatto stesso di essere al mondo, per l'uomo e per tutti, è qualcosa di assurdo (fatticità dell'essere), che non ha spiegazioni al di là del fatto stesso di esistere. L'esperienza emotiva di tale assurdità di fondo dell'esistenza è la nausea (assurdità e gratuità esistenza).

Sebbene gli uomini abbiano cercato di sormontare questa consapevolezza con le metafisiche e le religioni, essa rimane al fondo di ogni uomo come inespressa ma inequivocabile intuizione e verità. Da ciò il progetto dell'uomo di farsi Dio, ossia di divenire un essere che è ragione e fondamento di se stesso, attuando la sintesi tra in sé e per sé. Ma questo è impossibile è assurdo l'ideale di una coscienza che fonda se stessa. Le ragioni e gli scopi sono un qualcosa che viene dopo la nostra venuta al mondo. Nel suo sforzo di farsi Dio l'uomo è destinato allo scacco Sartre presenta l'uomo come un Dio mancato.

Da questa psicanalisi esistenziale (ontologia negativa) tutti i comportamenti umani sono quindi sullo stesso piano e ugualmente fallimentari. mette in luce il senso negativo e paralizzante delle possibilità umane che Kierkegaard aveva già messo in evidenza. L'approfondimento dei temi dell'azione e dell'impegno sociale ha finito per condurre Sartre all'accettazione del Marxismo ha come punto d'arrivo "La critica della ragione dialettica", la cui tesi fondamentale è la struttura dialettica del corso storico considerato come un processo o una totalità in divenire. La dialettica costituisce un processo il cui soggetto è l'uomo con i suoi bisogni e quindi deve essere concepita all'interno dell'esperienza vissuta. Proprio in virtù di questa struttura dialettica la storia contiene in sé la possibilità dell'alienazione rischio che l'uomo risulti succube dei prodotti stessi della sua attività, soprattutto nei rapporti uomo-natura. Il riconoscimento che la stessa condizione è condivisa dall'altro porta all'impegno collettivo per superare l'individualità serialistica. Impegno politico è modo per uscire della posizione di scacco.

L'alienazione è possibile anche nei rapporti fra gli uomini. Egli distingue il concetto di serie e quello di gruppo. La serie allude a dei rapporti intersoggetivi in cui l'individuo non vive un'autentica esperienza di unione con gli altri (attesa autobus, spesa al mercato,.).

Il gruppo è un'organizzazione di individui caratterizzata da un'unità di intenti in cui ognuno si sente immedesimato con gli altri, simultaneamente capo e gregario. Tende a crearsi durante una rivoluzione, contro un nemico. Rischia dei sfociare in una nuova serialità (individui spogliati della loro individualità).


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