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IL DISEGNO DEI BAMBINI

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IL DISEGNO DEI BAMBINI. DISEGNARE CON I BAMBINI

Le funzioni evolutive dell'attività grafica. Potenzialità relazionali ed educative.

Premessa.



Quando un bambino comincia a disegnare è come se facesse i primi passi fuori dalla casa dei genitori. Si tratta di sperimentare per la prima volta l'esperienza di provare piacere da solo, senza avere bisogno dell'aiuto e dell'assistenza degli adulti. E' un primo passo verso la separazione e l'individuazione, che procede parallelo all'elaborazione dei primi "no" detti per affermare la propria identità. Il bambino può sperimentare la situazione in cui lui produce un pensiero che non è direttamente comprensibile ai genitori, il disegno sta a testimoniare la possibilità per il bambino di pensare (e dunque di esistere) come individuo separato. Il bambino, di fronte al suo disegno, può inoltre decidere se regalarlo ai genitori, oppure tenerlo per sé. Questa possibilità apre il campo alle svariate forme della relazione tra il bambino e il mondo esterno, campo che andrà progressivamente a differenziarsi ed ad arricchirsi ma che ha come prerequisito essenziale la capacità del bambino di separarsi, di individuarsi e di differenziarsi dall'altro.

Disegnare con i bambini, o meglio, creare le condizioni ambientali affinché i bambini possano sviluppare e arricchire questa loro possibilità espressiva, rappresenta quindi uno strumento indispensabile nel percorso di crescita del bambino. Un educatore consapevole delle potenzialità e delle valenze educative di tale esperienza può senz'altro arricchire con pochi accorgimenti pratici il suo repertorio di proposte educative.

Introduzione.

Il gioco e il disegno sono due attività peculiari dell'infanzia: i bambini spontaneamente disegnano e giocano, gli adulti no. Ciò fa pensare che gioco e disegno abbiano una loro specifica funzione evolutiva.

Attività ludica e attività grafica possono essere considerate come l'espressione della personalità del bambino. Non sono solo il riflesso del processo psichico in atto, ma modalità attraverso le quali si costruisce e si sviluppa lo spazio psichico.

Alla maturazione grafica si accompagna la maturazione psicofisica del soggetto: un bambino che non sa disegnare è probabilmente un bambino che esprime difficoltà evolutive. D'altronde l'attività del disegno contribuisce direttamente alla sua crescita.

L'attività del disegno si accompagna alla maturazione neurofisiologica e alla maturazione affettivo-relazionale nelle diverse fasi evolutive. Esso si colloca nel continuum evolutivo che caratterizza il bambino che è il passaggio dalla sensazion 23123u2010x e, dalla azione irriflessiva, dal movimento reattivo al pensiero. Tale passaggio può avvenire attraverso la rappresentazione delle emozioni, l'elaborazione cioè di immagini che permettono l'articolazione e la gestione del mondo interno a fronte dei problemi della vita.

L'attività grafica è il luogo privilegiato in cui il bambino acquisisce progressivamente il controllo dei suoi impulsi motori. La scarica motoria si ritrova progressivamente controllata e soprattutto intrisa di significato. L'attività grafica contiene le pulsioni e le canalizza verso forme socialmente valorizzate e prepara l'evoluzione verso il pensiero verbale astratto.

Il bambino deve potersi esprimere a livello grafico con relativa libertà di azione. Uno spazio e un tempo adeguati, l'offerta di materiali vari e differenziati, la presenza consapevole e discreta dell'adulto che sappia valorizzare i primi "scarbocchi" sono i prerequisiti essenziali affinché si crei uno spazio di crescita fecondo e produttivo.

  1. I prerequisiti della nascita psicologica del bambino

Fin dalla nascita il bambino é dotato di schemi di azione, predisposizioni all'interazione che gli permettono di relazionarsi con l'ambiente. Questi schemi aiutano il bambino a organizzare dentro di sé le esperienze di relazione con l'ambiente. Progressivamente si viene a formare nel mondo interno del bambino una rete di rappresentazioni, di immagini che il bambino può utilizzare per meglio comprendere la realtà. Il mondo interno del bambino può così essere paragonato a una borsa dentro alla quale lui inserisce le sue esperienze di relazione. D. Anzieu, psicoanalista francese, ha definito e descritto la formazione della "borsa" come "io-pelle": l'esperienza tattile provata dal neonato accudito e "coccolato" dalla sua mamma, favorisce la costruzione di una immagine interna di un sacco che può contenere le emozioni del bambino: "Così come la mamma mi avvolge e mi contiene nelle sue braccia, così io posso avvolgere e contenere i miei pensieri e emozioni".

Questa borsa all'inizio è molto rudimentale: si tratta di un unico sacco dentro il quale le emozioni e i pensieri circolano in maniera più o meno confusa. Gli schemi di azione permettono al bambino di mettere gradualmente ordine dentro la sua "borsa", creando contenitori appositi, tasche interne dove collocare le esperienze simili. In questo modo si viene a creare un mondo interno ricco e differenziato, dentro il quale emozioni, pensieri, ricordi e immagini trovano la loro giusta collocazione.

Si è ipotizzata la presenza di due schemi basilari: gli schemi di trasformazione e gli schemi di contenimento. Le reti di contenimento e di trasformazione rappresentano i precursori della vita psicologica del bambino. Essi traggono origine dall'interazione del bambino con l'ambiente e rappresentano i primi organizzatori mentali. I primi sottolineano e accompagnano tutte le esperienze di cambiamento del bambino, mentre i secondi sottolineano e accompagnano tutte le esperienze di acquisizione e di contenimento delle esperienze. Dopo la nascita gli schemi di trasformazione ricevono nutrimento attraverso le molteplici interazioni tra madre e bambino, mentre gli schemi di contenimento si originano dall'essere tenuto, cullato, toccato, carezzato. Il bambino prova in questa relazione una vicinanza cutanea che lo limita e partecipa alla costituzione del suo contenimento psichico, ed un insieme di risposte alle sue sollecitazioni che lo confermano nella sua capacità di poter trasformare l'ambiente. Gli schemi hanno come effetto la possibilità del costituirsi degli involucri psichici e l'accesso alla possibilità di pensare le trasformazioni.

Se la messa in gioco degli schemi non ha ricevuto incoraggiamento e conferma sufficienti o se é stata bruscamente interrotta si ha una deficienza del costrutto che ne deriva. L'involucro psichico non é sufficientemente assicurato e le operazioni di trasformazione non sono iscritte nel funzionamento mentale e vengono poco o male utilizzate.

Gli schemi possono essere attivati e diventare possibilità di pensiero, strutturando la vita emotiva e sostenendo la relazione con l'altro e con il mondo reale solo se tra il bambino e il suo ambiente si stabilisce una relazione di piacere. La relazione di piacere diventa polo di attivazione della crescita e si instaura attraverso il corpo, che ne é il tramite privilegiato.

L'esperienza del disegno accompagna e testimonia l'articolarsi degli schemi di contenimento e di trasformazione. Il foglio può rappresentare l'io pelle del bambino: un contenitore che permette la rappresentazione di pensieri e di emozioni. I primi scarabocchi rappresentano la dialettica tra esperienze di contenimento e esperienze di trasformazione. Il disegno permette contemporaneamente di rappresentare e contenere un pensiero ma allo stesso tempo di trasformarlo e controllarlo.

Funzione evolutiva del disegno

L'attività grafica assolve a tre funzioni principali mediate da differenti modalità del disegno.

  1. Tracce contatto e tracce movimento (prima dei diciotto mesi). Sono le prime esperienze grafiche del bambino. Non hanno una intenzionalità rappresentativa vera e propria. Si tratta dei primi segni lasciati dal bambino su di una superficie. Derivano dalle esperienze di manipolazione del cibo e delle sostanze che "sporcano". Le prime tracce il bambino le lascia su di sé, sulla sua pelle (ad esempio il bambino piccolo che gioca a "sporcarsi le mani con il pennarello), per poi spostarle se altre superfici, prima casuali (il banco, il muro, i vestiti, ecc) e poi "appropriate": il foglio. Le tracce contatto rappresentano tutte le esperienze in cui il bambino lascia una impronta, in cui è in primo piano il contatto tra due superfici, le tracce movimento rappresentano tutte le esperienze in cui il bambino agisce, rappresenta un movimento all'interno di una superficie.

Le tracce contatto e movimento partecipano alla costruzione della funzione psichica di contenitore e di trasformazione: il bambino, grazie a queste esperienze, diviene progressivamente consapevole delle capacità di contenere e di trasformare le sue esperienze: prerequisiti indispensabili per la nascita del pensiero e per la separazione-individuazione.

  1. Tracce secondarie (dopo i diciotto mesi). Si tratta dei primi segni lasciati sul foglio: forme rotonde, allungate, spirali, annerimenti, ecc. Mediante esse il bambino mette in scena visiva le rappresentazioni mentali corrispondenti a due schemi psichici:

schemi di contenimento raffigurati come forme rotonde, contenenti punti o altre figure rotonde. Il bambino rappresenta la sua possibilità di contenere dentro di sé pensieri e d emozioni, prerequisito essenziale per la costruzione dell'identità.

Schemi di trasformazione raffigurati come pendolarità a linea ondulata. Attraverso queste linee che vanno e vengono da un unico punto di partenza, il bambino mette in scena la possibilità (accompagnata del desiderio ma anche dalla paura) di allontanarsi dalla mamma per poi riavvicinarsi, prerequisito essenziale per la separazione dalla figura materna.

  1. Raffigurazione simbolica. Si tratta dei primi disegni intenzionali. Il bambino accompagna la sua raffigurazione con commenti che ne sottolineano un significato. Cominciano a dire: questa è la mamma, questo è il papà, questo è un pesce, ecc. L'attività grafica è associata quindi a una intenzionalità di rappresentazione. All'inizio il legame tra oggetto rappresentato e disegno sarà casuale e poco rispondente al reale. Un ovale può rappresentare una figura umana, o un animale oppure un oggetto. Progressivamente, con lo sviluppo cognitivo e emotivo, la rappresentazione grafica si avvicinerà sempre di più alla realtà e il gesto rappresentativo diverrà sempre più intenzionale.

La raffigurazione simbolica interviene nella costituzione del sistema psichico come spazio che contiene e nel controllo degli affetti associati ad una situazione. Il bambino può cioè rappresentare in uno spazio delimitato una situazione e le emozioni associate a tale situazione. E' in grado, ad esempio, di rappresentare le emozioni provate durante un gioco particolarmente coinvolgente. Questo gli dà la consapevolezza della possibilità di padroneggiare il suo mondo interno controllandolo attraverso la trasposizione in immagini.

Il disegno è al contempo:

espressione del mondo interno del bambino, di vissuti in relazione a compiti evolutivi, alla storia affettiva personale;

funzione espressiva che permette la possibilità di portare le rappresentazioni da dentro si sé a fuori di sé, con la possibilità di definire, di dare un senso alle emozioni

funzione comunicativa. Il disegno si struttura come spazio di incontro, di definizione di senso, di trasformazione possibile di contenuti interni. Il disegno è un teatro affettivo generatore di significati nello sviluppo costruttivo dell'incontro tra il bambino e l'adulto.

  1. Criteri di lettura del disegno.

Alcune linee guida che possono permettere di attribuire un senso ai disegni dei bambini:

    1. Sfondo: rappresenta il supporto sul quale il bambino disegna. Esso può essere inteso secondo diversi criteri di lettura.

Sfondo come rappresentazione di sé.

Lo spazio bianco può essere analizzato come rappresentazione del mondo interno del bambino. Dà indicazioni preziose riguardo la costituzione dell'io pelle. Alcune domande guida possono permettere una lettura dell'attività grafica :

I confini del foglio sono rispettati oppure il disegno "straborda"?

Il disegno che va fuori dallo spazio può infatti essere testimone di un contenitore psichico ancora precario e della necessità del bambino di interiorizzare confini del sé più solidi e sicuri.

Il foglio è bucato, spiegazzato, tagliato, rotto?

Tale atteggiamento può rappresentare da un lato l'energia del bambino ancora poco legata a strategie di controllo e di gestione, ma può anche essere il segnale di un livello di angoscia tale da valicare le possibilità di rappresentazione del bambino.

La ricchezza di particolari, le dimensioni del disegno, la varietà dei tratti saranno indice delle caratteristiche del pensiero del bambino

Sfondo come rappresentazione dell'ambiente.

Lo spazio bianco può altresì essere analizzato come l'atteggiamento del bambino nei confronti del suo ambiente di vita.

Quali spazi vengono occupati nel foglio? Prevalgono gli spazi lasciati bianchi o gli spazi occupati dal disegno? Le dimensioni del disegno in relazione allo spazio del supporto danno l'indicazione delle possibilità del bambino di occupare uno spazio nell'ambiente in cui vive. Le tracce lasciate sul foglio possono testimoniare i movimenti affettivi attuati dal bambino nel suo percorso di separazione-individuazione e di affermazione di sé.

L'apertura dello scenario simbolico.

I primi disegni del bambino non hanno un orientamento spaziale preciso. I concetti di sopra e di sotto, di destra e di sinistra non sono ancora significativi agli occhi del bambino. I primi disegni paiono infatti galleggiare in uno spazio sospeso privo di forza di gravità. Il bambino sperimenta in questa fase il piacere di occupare gli spazi attraverso la rappresentazione delle prime tracce contatto e movimento e delle tracce secondarie. A partire dal terzo anno di vita, con l'avvento dello scenario simbolico vero e proprio, i disegni paiono cominciare ad assumere una forza di gravità e vengono "attirati" verso un lato del foglio considerato come "basso". Spesso questi primi scenari simbolici sono racchiusi da due limiti anch'essi significativi: la linea della terra e la linea del cielo. I segni grafici che precedentemente galleggiavano su uno spazio indefinito paiono raggrupparsi e guisa di una tenda del teatro che si apre, si racchiude agli estremi e delimita uno spazio di rappresentazione di una scena precisa. A partire da questo momento i disegni obbediranno in maniera sempre più precisa alle leggi della fisica: alto e basso rappresenteranno la terra e il cielo, la base di appoggio e il luogo verso il quale si tende; sinistra e destra rappresenteranno il luogo da cui si proviene e il luogo verso il quale si va (le direzioni vanno invertite per i mancini). La combinazione dei due punti di riferimento (alto\basso e destra\sinistra) forniranno ulteriori indicazioni riguardo i movimenti interni dei bambini.

Spazio bidimensionale- tridimensionale.

I primo disegni dei bambini sono rappresentazioni a due dimensioni. La tridimensionalità è una conquista cognitiva che compare relativamente tardi nel percorso evolutivo e richiede capacità cognitive raffinate. La tridimensionalità rappresenta inoltre la testimonianza di un percorso di maturazione affettivo-emozionale: essa testimonia infatti la capacità del bambino di considerare le situazioni da diversi punti di vista. Il disegno a tre dimensioni presuppone infatti la possibilità di considerare le cose non unicamente dal punto di vista del disegnatore , ma anche dal punto di vista di chi si pone "dietro l'angolo". Tale livello di rappresentazione può testimoniare il percorso di maturazione fatto da un bambino all'interno della scuola materna: la conquista del "punto di vista dell'altro" rappresenta infatti uno dei traguardi evolutivi che il bambino compie nei suoi primi sei anni di vita.

b. Tracce:

Le pendolarità.

Il primo gesto spontaneo del bambino piccolo che disegna è quello di afferrare due pennarelli con entrambe le mani e di fare degli scarabocchi che partono dal centro e divergono verso l'esterno per poi tornare verso il centro. Questo movimento di andata e ritorno da sé rappresenta il primo tentativo del bambino di separarsi, di lasciare un centro sicuro per esplorare il mondo. Le dimensioni l'articolazione e la ricchezza di queste pendolarizzazioni testimoniano l'entità del processo di crescita in atto. Con il trascorrere del tempo le pendolarizzazioni si faranno più particolareggiate, compariranno cambi di direzione e punti di arresto. Il bambino presterà maggiormente attenzione al segno lasciato e sarà in grado di controllare sempre di più dove va a porre il suo segno. Tali fenomeni sono il risultato di strategie di controllo dell'impulsività e di capacità di rappresentazione che stanno crescendo.

Il punteggiamento.

Appare quasi contemporaneamente alle pendolarità e testimoniano, oltre all'espressione dell'aggressività del bambino, anche le sue capacità di penetrare il contenitore, di operare cioè degli scambi emotivi e relazionali con l'altro. Il punteggiamento rappresenta quindi anche l'intenzionalità di entrare in contatto con l'altro. Quando il punteggiare eccede e fora il foglio, può però essere il segnale di una impulsività che va oltre la capacità di rappresentazione del bambino e genera quindi angoscia.

Le spirali e le forme chiuse.

A due anni, due anni e mezzo i bambini cominciano spontaneamente a disegnare spirali che partono dal centro verso l'esterno. Tali spirali andranno poi a chiudersi e a rappresentare le prime forme chiuse. Tali rappresentazioni testimoniano e accompagnano la formazione dell'identità del bambino. Le forme chiuse rappresentano la capacità del bambino di pensare pensieri autonomi, di contenere e quindi di gestire le emozioni.

Le prime forme chiuse, le strutture radiate e il loro viaggio nello spazio.

Durante il quarto anno di vita il bambino comincia a rappresentare forme solari, composte da forme chiuse, che contengono altre forme e dalle quali partono dei raggi verso l'esterno. Compaiono così i primi soli, e le prime forme umane. Tali rappresentazioni testimoniano e accompagnano l'evoluzione dell'identità del bambino, che appare sempre più in grado di contenere, gestire e comunicare le emozioni. La forma chiusa rappresenta così l'identità che va costruendosi e che può contenere altre forme, che rappresentano i pensieri e le emozioni. I raggi che partono da queste forme rappresentano l'intento comunicativo del bambino, la relazione che parte da lui e va verso il mondo.

Le strutture radiate rappresentano la combinazione degli schemi di contenimento, rappresentati dalle forme chiuse con gli schemi di trasformazione, rappresentati dai raggi che oltrepassano il confine delimitato dalla forma e lo trasformano.

Tali strutture, come descritto precedentemente, galleggiano sullo sfondo fino a trovare una loro dimensione nelle coordinate spaziali alto\basso e destra\sinistra: da questo momento il bambino ha aperto il suo scenario simbolico.

c.       Colore: l'interesse per il colore viene prima della forma. I bambini fanno uso del colore sotto una spinta emotiva del tutto indipendente dall'oggetto da rappresentare.

Il colore è una espressione degli stati emotivi. Le prime esperienze di rappresentazione di tracce contatto e di tracce movimento i bambini le effettuano con l'uso dei colori a dita. Il contatto diretto tra il corpo del bambino e il materiale permette l'espressione e la rappresentazione dei primi vissuti emozionali.

I colori danno la possibilità di rappresentare e differenziare diversi stati emozionali.

La combinazione dei colori fondamentali (blu, rosso, giallo) unitamente al bianco e al nero fornisce al bambino la possibilità di colorare un ampio spettro di vissuti emotivi. Occorre fare attenzione a non attribuire troppo affrettatamente significati psicologici particolari ai disegni colorati dai bambini. I colori infatti hanno un potere evocativo molto forte anche per gli adulti e può essere molto facile forzare l'analisi di un disegno di un bambino attribuendogli significati che poco hanno a che fare con il suo mondo interno e che potrebbero invece avere a che fare con il mondo interno degli adulti. A livello educativo occorre quindi offrire la possibilità ai bambini di esprimersi anche attraverso i colori, senza avere la pretesa, di saperli leggere e tradurre secondo particolari griglie interpretative. Il ruolo dell'educatore infatti non è tanto quello di interpretare, quanto quello di fornire al bambino la possibilità di espressione e di garantirgli un ascolto attivo là dove necessario.

d.      Contenuto.

L'intenzionalità simbolica non compare immediatamente nei disegni dei bambini. Solo a partire dall'apertura dello scenario simbolico i disegni dei bambini acquisiscono una loro identità propria.

I primi contenuti rappresentati dai bambini sono gli oggetti "mamma" e gli oggetti "papà". Per oggetti "mamma" si intendono tutte quelle rappresentazioni che simboleggiano le azioni di accudimento, contenimento, di protezione. A partire dalle prime forme chiuse, fino ad arrivare ai disegni di contenitori, case, tane, ecc, il bambino tende a rappresentare la funzione primaria svolta dalla funzione materna, che è quella di nutrire e di proteggere.

Gli oggetti "papà" sono tutte quelle rappresentazioni che testimoniano la trasformazione, il cambiamento, il movimento verso..A pertica dalle prime forme radiali, il bambino rappresenta la funzione svolta dalla figura paterna, che è diretta verso la differenziazione e la separazione, verso l'uscita dalla tana sicura per affrontare il mondo. La dimensione orizzontale, il morbido, l'arrotondato, appartengono agli oggetti "mamma"; la dimensione verticale, il duro, l'appuntito, appartengono alla dimensione "papà". La combinazione di queste due dimensioni apre lo scenario alle più svariate combinazioni che testimoniano la ricchezza del mondo interno dei bambini.

L'adulto deve avvicinarsi con prudenza e tatto al mondo simbolico dei bambini, evitando un atteggiamento interpretativo ma adottando invece un atteggiamento di curiosità e di apertura che aiuti i bambini a trovare il loro senso personale al disegno prodotto.

Disegnare con i bambini.

Da quanto detto fin'ora appare chiaro che l'attività grafica non rappresenta una delle tante materie didattiche da affrontare nel percorso scolastico, quanto una forma basilare della vita del bambino, unitamente all'alimentazione, al sonno e al gioco. Così come ogni scuola che si rispetti deve favorire le migliori condizioni affinché i bambini possano nutrirsi, riposarsi e giocare, così deve mettere in atto spazi in cui i bambini possano disegnare.

    1. Quando disegnare.

Si possono prevedere tre possibilità:

Il disegno spontaneo. Il bambino deve potersi sentire libero di fare un disegno in qualsiasi momento della sua giornata. Tale possibilità gli dà l'opportunità di esprimersi nel momento in cui sente il bisogno. In questo modo si apre uno spazio di ascolto importante per il bambino.

Il disegno in seguito ad attività emotivamente rilevanti. Dopo aver svolto un gioco o un laboratorio particolarmente carico dal punto di vista emozionale è utile offrire ai bambini uno spazio di espressione di quanto hanno vissuto. I bambini devono sentirsi liberi di rappresentare quello che vogliono, anche se non è congruente con quanto hanno sperimentato. Devono sentirsi liberi anche di rifiutare l'esperienza del disegno. L'attività grafica infatti acquisisce un significato emotivo se non è forzata eccessivamente dalle aspettative di risultato degli adulti. In questo modo si offre ai bambini una opportunità per prendere le distanze e meglio comprendere quanto hanno vissuto emotivamente.

Il disegno come attività autonoma. Si possono proporre spazi di attività grafica precisi. Una volta delimitato uno spazio adeguato, con la proposta di materiale ricco e variegato, i bambini possono essere sollecitati a disegnare liberamente, secondo i loro gusti e possibilità. Occorre fare attenzione a differenziare uno spazio che deve essere espressivo, e quindi libero da aspettative di risultati, da valutazioni e da suggerimenti degli adulti da altri tipi di spazi nei quali il disegno può venire utilizzato secondo criteri legati all'apprendimento cognitivo.

    1. Dove disegnare

Se si vuole organizzare uno spazio di disegno in senso espressivo occorre fare attenzione ad alcuni criteri nell'organizzazione dello spazio e del materiale.

Organizzazione dello spazio. Deve essere uno spazio ben determinato che si differenzia dagli altri. Ogni bambino deve avere uno spazio adeguato di movimento mentre l'adulto deve potersi muovere tra i bambini per poter accompagnare e incoraggiare l'attività di ognuno. Occorre evitare una disposizione dei banchi troppo "scolastica", favorendo invece la circolarità e la comunicazione tra i bambini. Il rapporto adulti-bambini non deve essere troppo elevato, altrimenti non si riesce a soddisfare le richieste individuali

Organizzazione dei materiali. I bambini devono sentirsi liberi di scegliere tra formati diversi dei supporti ( fogli bianchi formato A4 e A3) e tra diverse opportunità espressive. Occorre quindi avere pennarelli piccoli e grandi, matite, pastelli a cera, matite colorate, colori a dita, ecc. Il conduttore può anche proporre l'utilizzo di materiali diversi a seconda delle esigenze e delle età dei bambini. Il materiale deve essere abbondante in modo da evitare eventuali conflitti riguardo l'utilizzo di particolari oggetti e colori.

c. Come disegnare.

Alcune brevi indicazioni sul ruolo dell'educatore nel contesto del disegno:

Compito dell'educatore è quello di fornire e di garantire i presupposti ambientali affinché i bambini possano disegnare. Non è suo compito interpretare i disegni dei bambini né sollecitare particolar vissuti emozionali. Un bambino "sano" sa utilizzare in maniera spontanea uno spazio espressivo correttamente impostato e non ha bisogno di alcuna interpretazione da parte dell'adulto. L'educatore quindi incoraggia i bambini a esprimersi, contiene e supporta i bambini in difficoltà, media i possibili conflitti, stabilisce i tempi e gli spazi, in modo che ognuno abbia la possibilità di esprimersi.

Stare con i bambini. L'educatore si propone come figura di riferimento garante dello spazio espressivo costruito. Stare con i bambini significa essere in mezzo a loro con un atteggiamento di attenta e discreta curiosità, senza però violare lo spazio intimo del bambino. Significa inoltre rinunciare alle proprie aspettative riguardo il singolo bambino per permettergli di esprimersi per quello che è. Ciò è possibile se si mantiene una stima incondizionata nel bambino, si deve apprezzare il bambino per quello che è e non per quello che potrebbe, vorrebbe, dovrebbe essere.

Ascolto attivo. L'educatore deve instaurare con ogni bambino una relazione individualizzata durante la quale si pone attivamente al servizio di quanto il bambino vuole comunicare. Ascoltare attivamente un bambino che disegna può voler dire rispettare i suoi tempi e i suoi spazi, osservando in silenzio le sue produzioni, ma può anche tradursi in un intervento attivo in cui si disegna insieme al bambino oppure si disegna al posto del bambino, quando si vede che il carico di angoscia appare troppo alto per lui. L'educatore deve lasciarsi guidare dalla sua curiosità spontanea per fare delle domande sul disegno del bambino per cercare di capire quali siano state le sue intenzionalità rappresentative. "Raccontami cosa hai disegnato"; " E quello che cos'è?"; "A me questo sembra."; "Porebbe essere.?" ..Queste sono alcuni esempi di domande aperte, che lasciano spazio a più risposte e che possono aiutare il bambino a dare un senso al suo disegno, tenendo conto che anche il silenzio ha un suo valore e importanza. I disegni dei bambini vanno raccolti custoditi e conservati in cartelle personali, in modo da costruire un contenitore che rappresenti la memoria affettiva del bambino. I bambini apprezzano la valorizzazione data ai loro disegni data da questi accorgimenti, perché intuiscono che la posta in gioco va molto al di là di un semplice disegno, si tratta della testimonianza di un loro percorso di crescita.

Ricostruire la storia. Esplicitare le emozioni. Chiedere al bambino di raccontare la storia rappresentata dal disegno rappresenta una delle funzioni pedagogiche fondamentali. Non è tanto importante la storia prodotta, anche se la sua ricchezza ed articolazione sono il segnale della ricchezza e articolazione del mondo interno del bambino, quanto l'atto in sé di ricostruirla. Tale azione infatti mette ordine nel campo emotivo del bambino, offrendogli lo spunto per dare un senso alle sue emozioni e per ricollegarle alle situazioni che ha vissuto. Esplicitare le emozioni rappresentare significa dare un nome a ciò che prima non ce l'aveva, legare cioè una emozione alla sua rappresentazione. Questo percorso è il prerequisito fondamentale per la crescita del bambino e per l'emergere del pensiero astratto e della possibilità di pensare.

Non cercare di capire tutto. Spesso di fronte ai disegni dei bambini ci si trova smarriti. Il significato ci sfugge e non si sa da che parte iniziare. Questa situazione ha una sua importanza in quanto tale. Il bambino non ha bisogno di un adulto che lo capisce sempre, anzi, è spesso oppresso dalla paura di essere letto da adulti onnipotenti e onnipresenti. G. Rodari l'aveva rappresentato bene questa dimensione quando raccontava la storia del bambino trasparente che non poteva nascondere quello che sentiva dentro. I bambini hanno bisogno di veder un adulto che si sforza di capirlo e che sa ammettere, senza troppe preoccupazioni, quando non riesce proprio a capire. Questo può essere un importante segnale, per il bambino, di essersi separato dall'adulto: "se non mi capisci vuole dire che io sono diverso da te.allora posso sforzarmi per comunicare e per spiegare".


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