IL GAS DI BROWN
Una nuova tecnologia, pulita, conosciuta in passato, volutamente disconosciuta oggi.
Lo studio degli utensili e del loro sviluppo, di quanto con il loro utilizzo è stato creato, i metodi usati nelle lavorazioni, le conoscenze e la comprensione di come poter cambiare l'ambiente attraverso l'uso di strumenti sempre più avanzati, rappresenta un importante aspetto dell'attività umana. Indagando su questa attività comprendiamo come sia stato possibile, per i popoli antichi, creare alcune cose ritenute fino ad ora impossibili.
Il ritrovamento di monili placcati in oro e argento
conferma, per esempio, la conoscenza del processo elettrolitico e
dell'elettricità; cosa testimoniata anche dai famosi bassorilievi di Dendera e
dalle lenti rinvenute a Ninive o a
Esperti di metallurgia, analizzando alcuni attrezzi
egizi, hanno stabilito che in Egitto era in uso un processo di riscaldamento
del metallo ad alte temperature che lo portavano alla evaporazione e alla
successiva condensazione in polvere; tale procedimento è noto come
& 515l115f quot;metallurgia ceramica" oppure "metallurgia delle polveri".
Secondo gli esperti veniva usato lo stesso procedimento che ha reso possibile
la costruzione della bomba atomica: la fissione nucleare. Questo implica la
conoscenza dell'atomo, cosa che molti documenti antichi confermerebbero.
La presente introduzione ci porta a Ilya Velbov, (1922-1998) nato in Ungheria e naturalizzato in Australia col nome di Yull Brown, il quale è riuscito a produrre, attraverso l'elettrolisi, una miscela gassosa composta da Idrogeno e Ossigeno, mantenendo il relativo rapporto stechiometrico dei due elementi: due atomi di idrogeno per ogni atomo di ossigeno. Tale gas può essere immagazzinato sotto pressione come quello naturale ed è sufficiente una bottiglia di plastica per contenerlo, risolvendo alcuni dei problemi di stoccaggio e trasporto riguardanti l'idrogeno.
In questo rapporto tra Idrogeno e Ossigeno si
verificano effetti molto speciali. In genere, quando brucia, l'idrogeno produce
una fiamma lenta oppure un esplosione sommessa; se invece è combinato con
l'ossigeno può divenire una miscela altamente esplosiva.
Al contrario, nel caso preso in esame, i due elementi, adoperati nelle stesse
proporzioni presenti nell'acqua, non producono esplosioni e una volta riuniti,
a mezzo di una scintilla, implodono generando un gas. Questo gas sfrutta gli
atomi e non le molecole e la fiamma che ne scaturisce riesce a vaporizzare le
sostanze che si pongono davanti ad essa perché interagisce con la sostanza
dell'oggetto che sta trattando. Pur sviluppando un calore di
Il primo brevetto australiano conseguito da Brown risale al 1977, quelli
Americani al 1977 e al 1978. Le materie prime per la produzione di questo gas
sono acqua ed elettricità. Una unità di acqua produce 1860 unita di gas, ma
occorrono 4.47 kwh dato che un solo kwh produce circa
Con la fiamma prodotta dal Gas di Brown possiamo forare legno, metallo e
mattoni senza lasciare scorie. Tutto si risolve in una fiamma bianca. Si
saldano fra loro componenti diversi, quali vetri su mattoni o su metalli,
oppure metalli con mattoni, metalli incompatibili fra loro come rame e bronzo,
nichel e ferro. Trasforma la sabbia in vetro, salda il vetro all'alluminio,
salda e taglia metalli usando l'acqua come combustibile, con una riduzione dei
costi del 50%; la sua fiamma lucida il calcestruzzo rendendolo impermeabile
agli acidi e ad altri corrosivi, estendendone la durata nel tempo. Il ferro e
l'acciaio trattati con tale gas sono inattaccabili dalla ruggine.
Con tale gas si può sciogliere la silice e fornire un cristallo ideale per
produrre un microchip superiore in velocità, oppure una ottima cella solare. Aumenta
il rendimento dei metalli preziosi nei processi di raffinamento e altera i livelli
degli isotopi radioattivi. Durante alcuni esperimenti la radioattività di un
pezzo di Americanum 241 è stata ridotta del 96% (da 16.000 curie a sole 100),
quella del Cobalto 60 del 70%. Nel 1996, durante un convegno a Filadelfia,
venne mostrata questa tecnologia come il mezzo più idoneo alla eliminazione dei
rifiuti nucleari. Gli Stati Uniti d'America hanno una grandissima quantità di
rifiuti radioattivi; in caso d'incidente sparirebbe la popolazione di questa
nazione, del Canadà e del Messico, nonché ogni segno di vita per più di 1000
anni.
Ma nessuno fa niente perché questi rifiuti sono fonte di ricchezza per i gruppi
di potere che controllano il settore delle energie.
Molti altri sono i sistemi per produrre idrogeno.
Stanley Meyer separa Idrogeno e Ossigeno dall'acqua usando un'alta frequenza e
l'elettricità ad alto voltaggio. Sam Lesile Leach ionizzando l'acqua attraverso
forti radiazioni ultraviolette.
Archie H. Blue applicando il metodo elettrolitico e immettendo aria per formare
gas combustibile. Quest'ultimo è un brevetto interessante che risale al 1978. I
piloti sanno da tempo che quando piove un motore gira meglio, per questo si
spruzzava acqua sul carbone prima di gettarlo nelle caldaie ed è usato un
iniettore a spruzzo di acqua. Ossia un contenitore di plastica o vetro chiuso
ermeticamente e riempito di acqua. Attraverso alcuni tubi il contenitore viene
collegato al carburatore che aspira l'aria attraverso l'acqua in modo da
aggiungere idrogeno e ossigeno alla miscela del gas ottenendo un minor consumo
di benzina. Archie Blue ha elaborato il sistema in modo da far funzionare un
motore con il vapore acqueo, senza usare benzina. Con un litro di acqua
percorre circa
La nostra civiltà lo ha riscoperto alla fine degli anni settanta ma non è stata
capace di applicarlo concretamente al suo servizio.
D'altronde, sperare che l'uomo, dominato dal potere del dio Denaro; perduto fra
le spire degli agi e delle comodità, freni improvvisamente la sua insaziabile
sete di dominio, è sperare invano. Quell'uomo non costruirà mai un futuro
sereno, privo del timore di un'immane catastrofe ambientale, che per i prossimi
250.000 anni rappresenterà la nostra spada di Damocle.
Se tutta la nostra elettronica diverrà inutile torneremo indietro di secoli
nell'uso delle energie, si dissolverà anche l'impero economico di coloro che
detengono il controllo del mercato energetico, basato per lo più sullo
sfruttamento del petrolio e del nucleare. Inutile impedire l'ingresso sul
mercato delle cosiddette energie pulite, o sopprimerle perché ritenute
concorrenziali e una seria minaccia al sistema messo in piedi da questi moderni
"signori della guerra". Quanto rivela Wade Frazier, nel sito https://home1.gte.net/res0k62m/home.htm, non è
campato in aria. Sappiamo bene che l'industria automobilistica e quella
energetica, immetteranno sul mercato un nuovo mezzo di locomozione, mosso da
nuove energie, solo quando ne avranno il pieno controllo.
Oggi la loro ricchezza deriva sia dal petrolio, che determina le scelte
politico economiche e le guerre e blocca le nuove tecnologie che non ne
prevedono l'uso, sia dalle enormi quantità di rifiuti nucleari, che possono
essere smaltiti con la nuova tecnologia di Brown.
Che importa se saranno le generazioni future a pagarne l'altissimo prezzo.
Eppure dovrà essere operata una conversione; teniamo conto che l'utilizzo di
tale sistema non sopprime l'auto, l'industria automobilistica e le centrali
elettriche; lievi modifiche permettono a un motore e ad una centrale termica di
usare un carburante gassoso ottenuto dall'acqua.
A questo punto anziché adottare soluzioni che sono in
realtà solo palliativi, gli Stati dovrebbero considerare che il gas di Brown, o
le altre soluzioni simili, sono la strada giusta per eliminare il problema
dell'inquinamento.
Occorre sensibilizzare gli enti pubblici preposti affinché adottino tali
sistemi e informare l'opinione pubblica dell'esistenza di queste definitive
soluzioni. Non si tratta di iniziare crociate, individualmente nessuno ha il
potere, né tanto meno la volontà, di indossare le vesti di un Don Chisciotte,
ma i governi possono operare in autonomia scelte alternative a quelle imposte
dal sistema economico vigente, ormai globale, senza cadere nel ridicolo
adottando effimere soluzioni come le targhe alterne, lo stop periodico della
circolazione, lo spostamento delle scorie e dei rifiuti inquinanti da un punto
ad un altro del pianeta. Il problema rimane. La scelta di una nuova tecnologia
alternativa da parte di uno Stato, può spingere a cambiare la politica
energetica negli altri e accelera la sostituzione delle tecnologie inquinanti. L'Europa
dovrebbe adeguarsi adottando quelle tecnologie che tengono conto dell'eco
sistema del pianeta, se vuole veramente essere autonoma e svincolata da
imposizioni monopolistiche che condizionano le scelte economiche mondiali. È
l'occasione per dimostrare di essere veramente una coalizione di Stati
seriamente impegnati, stabili, liberi nelle scelte, solidali verso le necessità
dei cittadini.
Non si può continuare a parlare di lotta all'inquinamento senza dimostrare di
avere la volontà di porvi rimedio in modo definitivo.
Sono gli organi amministrativi, dagli Stati ai Comuni, che detengono il potere
decisionale, a loro spetta la scelta del rimedio definitivo, anziché ledere la
libertà di movimento e la salute di coloro che li hanno democraticamente
eletti. Solo loro hanno il potere di sconfiggere i gruppi di potere che
controllano il settore energetico e impongono il loro volere. Dobbiamo
amaramente constatare, però, che quanto viene proposto e messo in atto, da
chiunque, di qualunque schieramento, non è una dimostrazione di volontà; ma
piuttosto un raggiro, un temporeggiare col solo scopo di rimanere seduti sulla
famosa "poltrona".
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