IL TORCICOLLO CONGENITO
Il
torcicollo congenito è una deformità presente alla nascita, caratterizzata da
permanente deviazione laterale e rotatoria del capo, con difficoltà o
impossibilità a compiere alcuni movimenti.
Il torcicollo congenito si distingue in torcicollo da anomalie congenite di 848w2223i
sviluppo o osteogeno e torcicollo congenito muscolare
o miogeno a seconda che la malformazione interessi il
rachide cervicale o i muscoli del collo.
Il torcicollo da anomalie congenite di 848w2223i sviluppo impone una prognosi più grave;
l'eziologia è di natura ossea ed è rappresentata da anomalie per difetto o da
una riduzione numerica delle vertebre cervicali (sinostosi
atlo-occipitale, emispondilie,
assimilazione assiale, sinostosi di due o più
vertebre come nella Sindrome di Klippel-Feil, spina
bifida cervicale).
All'esame clinico si riscontrano, accanto alla brevità e all'atteggiamento in torsione del collo, una notevole limitazione dei movimenti ( soprattutto quelli di rotazione), una scoliosi occipito-cervicale o cervico-dorsale senza curve di conpenso e una cefalea localizzata alla regione occipitale. E' presente il segno di Bertolotti (impossibilità all'apertura completa della bocca). La palpazione evidenzia un muscolo sternocleidomastoideo di consistenza normale.
L'esame radiologico richiede, oltre alle radiografie d'insieme, un indagine TAC, per apprezzare in dettaglio il tratto cervicale superiore.
Terapia:utile il ricorso ad apparecchi gessati correttivi e tutori ortopedici; in alcuni casi l'unica possibile soluzione per impedire una progressione è rappresentata dall'artrodesi chirurgica dei corpi vertebrali appartenenti al segmento interssato.
TORCICOLLO CONGENITO MIOGENO
E' la
forma più frequente di torcicollo congenito. E' riferibile alla retrazione fibrosa monolaterale del muscolo
sternocleidomastoideo. L'accorciamento e la minore elasticità di questo muscolo
fissa il capo in atteggiamento caratteristico: flessione verso il lato affetto
e rotazione verso il lato opposto.
Sembra più frequente dal lato destro e nel sesso femminile.
Patogenesi:
la teoria meccanica (posizione abnorme del feto nella cavità uterina con
ischemia unilaterale dello sternoleidomastoideo e
conseguente retrazione fibrosa) è quella che
attualmente trova maggior credito.
Sono state ormai abbandonate le teorie:
- traumatica (retrazione fibrosa di ematomi
intramuscolari prodotti da strumenti o manovre ostetriche nei parti distocici)
- infiammatoria (per riscontro della deformità in nati da gravidanze complicate
da processi infiammatori)
- embrionaria (da ipoplasia unilaterale dello sternocleidomastoideo, per vizio
di prima formazione).
Anatomia Patologica: lo sternocleidomastoideo nel torcicollo congenito miogeno è diminuito in lunghezza, di consistenza aumentata, di colorito che dal rosa pallido può arrivare fino al bianco tendineo. La guaina aponeurotica è ispessita. L'esame istologico evidenzia un tessuto connettivo abnormemente sviluppato che dissocia i fasci muscolari atrofici. Le fibre muscolari sono in gran parte preda di fenomeni degenerativi.
Quadro
clinico: la diagnosi può risultare difficile alla nascita e nei primi mesi di
vita perchè i neonati "non hanno collo". L'esame clinico evidenzia
una flessione del capo dal lato affetto e una rotazione dal lato opposto. E'
presente una asimmetria del cranio (plagiocefalia),
per ipoplasia dell'emicranio dal lato della lesione,
con bozza frontale e parietale meno sviluppate, un asimmetria della faccia (plagioprosopia) con linea oculare e labiale oblique e linea
mediana del viso concava verso il lato della lesione (scoliosi facciale).
L'ispezione evidenzia inoltre sopraelevazione della spalla dal lato affetto e
una traslazione del capo dal lato opposto. Pressochè
costante il riscontro di una scoliosi cervicale o cervico-dorsale
con concavità dal lato della retrazione, con o senza
curva di compensazione.
Alla palpazione si apprezza un nodulo muscolare lungo lo sternocleidomastoideo
al di sopra della clavicola, destinato a scomparire dopo alcune settimane; in
seguito permane soltanto l'indurimento muscolare cordoniforme
non dolente. L'articolarità attiva e passiva è
ridotta.
L'esame radiografico è indispensabile solo per escludere la coesistenza di anomalie dei corpi vertebrali.
DIAGNOSI
DIFFERENZIALE: si pone prima di tutto con il torcicollo congenito osteogeno e poi con forme di torcicollo sintomatico:
- infiammatorio (linfoadenite, artrite reumatoide
giovanile, ascesso retrofaringeo, Sindrome di Griesel, osteomielite dei corpi vertebrali, discite)
- neurologico (disfunzioni oculari, siringomielia,
tumori midollari e del cervelletto, paresi cerebrale infantile, poliomielite)
- traumatico (fratture, lussazioni, blocchi delle articolazioni vertebrali,
sindrome cervicale)
- altri (tumori e calcificazioni dei dischi intervertebrali, cicatrici, miosite
ossificante, isterico, meningite, encefalite, meningismo).
TERAPIA:
va iniziata il più precocemente possibile per evitare l'instaurarsi di
deformità irreversibili.
Nelle prime settimane di vita si può tentare una correzione con delicate
manipolazioni in senso contrario alla deformità (inclinando il capo verso la
spalla dal lato opposto a quello della lesione e ruotando il mento verso la
spalla dal lato leso). Gli esercizi debbono essere eseguiti con delicatezza e
ripetuti più volte nell'arco della giornata.
Si può ricorrere anche a docce gessate da applicarsi di notte e durante il
sonno pomeridiano per stirare il muscolo più corto. Qualora non si ottenga una
correzione soddisfacente entro il primo anno di vita viene indicato
l'intervento chirurgico; questo consiste nella sezione del capo sternale e clavicolare dello
sternocleidomastoideo e nella sezione dei foglietti di sdoppiamento della
fascia cervicale superficiale. Talvolta può rendersi necessaria anche la
sezione del capo mastoideo, facendo attenzione a non ledere il nervo facciale.
Successivamente all'intervento viene confezionato un gesso cevico-toracico
(gesso a diadema), atteggiando il capo in ipercorrezione, per evitare che
aderenze cicatriziali riproducano la deformità. L'apparecchio gessato sarà
quindi sostituito con un tutore ortopedico che, mantenendo la correzione,
consentirà esercizi attivi di rieducazione motoria e cicli di isiochinesiterapia.
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