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Il pilone di Caraver

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Il pilone di Caraver



"Assumendo Ivrea quale punto di riferimento su una carta geografica si nota una grande strada che facendo perno sulla cittā solca in direzione ovest la terra canavesana. Da questa via principale si diparte una fitta rete di strade campagnole di collina e di montagna che si intersecano congiungendo le vallate risalgono il susseguirsi ondulato delle colline per condurre a piccole borgate affondate in boschi di larici faggi e castagni; a paesi come Torre Canavese."

(Alfredo Ghiringhello ed Elio Guglielmetti I braja luv e altre storie p.15)

Il sentiero che porta al pilone si inoltra in mezzo alla campagna costeggiato sulla destra da una staccionata di legno sulla sinistra da un muretto di pietre irregolari dietro al quale si estende un vasto bosco di castagni. L'occhio č incapace di penetrare nell'ombra creata dalla fitta vegetazione al punto che perfino la collina visibile fino a pochi passi prima scompare dietro le fronde scure che a tratti danno l'impressione di voler nascondere di proposito qualcosa al passante distratto. La stradina si biforca di fronte all'acquedotto un piccolo edificio completamente immerso nella vegetazione. Davanti ad esso sorge la piccola costruzione votiva raffigurante la deposizione di Gesų Cristo dalla croce. I contadini del posto lo chiamano "pilon 'd Caraver". Alcune larghe crepe lo rendono estremamente instabile e precario. Sulla superficie - scrostata per pių della metā - si sono insediati da tempo alcuni rami di edera che sembrano voler proteggere l'immagine come la vecchia inferriata arrugginita. L'intera parte centrale del dipinto č stata asportata probabilmente dagli agenti atmosferici. Ciō che ancora ne resta mostra la parte superiore della croce sulla quale č appoggiato un lenzuolo usato per calare il Cristo e un uomo vestito di rosso con l'aureola: San Giovanni l'apostolo prediletto di Gesų che i Vangeli dicono esser stato presente alla crocifissione. Egli tiene in mano un calice dorato il leggendario Santo Graal da cui fuoriesce un sottile serpente blu con la lingua rossa. Una serie di iscrizioni ed una data illeggibile contornano la scena.

Siamo a Torre Canavese.

Per quale motivo in un sentiero sperduto tra le campagne canavesane si trova un dipinto che raffigura il Sacro Calice di Cristo?

Dall'analisi degli eventi storici avvenuti tra i secoli XII e XIII emerge una sconcertante quanto incredibile risposta.


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