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LESSICO DEI TERMINI DEL TENNIS

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TECNICHE FONDAMENTALI

Nel gioco del tennis un ruolo fondamentale è coperto dall'impugnatura. Essa consente, se effettuata correttamente, una buona preparazione all'impatto ottimale per il tiro.
Per impugnatura si intende, comunque, la posizione assunta dal palmo della mano nei confronti del manico della racchetta. Si ha un'impugnatura ottimale quando essa consen-te un impatto buono davanti all'anca con il piatto-corde nella posizione necessaria.
A seconda della posizione in cui si dovrà colpire la palla, avremo, dunque, un tipo di impugnatura ad essa più adatta.



Ci sono impugnature regolarmente usate nelle gare, a cui vanno aggiunte delle impugnatu re intermedie. Una scorretta, o inadatta impugnatura, rende difficile, addirittura impossibile, l'impatto ottimale. Le impugnature generalmente utilizzate sono 5:

- impugnatura "Eastern"

- impugnatura "Western"

- impugnatura "Semicontinentale"

- impugnatura "Continentale"

- impugnatura "di rovescio a due mani"

Impugnatura "Eastern"

E' l'impugnatura di dritto. Si effettua afferrando, il manico della racchetta, posta vertical-mente, in modo che l'ipotenar si trovi sul lato largo, posteriore, destro, del manico. E' consi gliata per i tiri dalla parte del dritto, in particolare quando l'impatto avviene all'altezza della anca, o poco al di sopra. E' inadeguata o errata per il rovescio, il servizio e lo smash.

Impugnatura "Western"

E' l'impugnatura di dritto-bassa. Si effettua afferrando il manico della racchetta, in modo obli-quo da sotto, affinchè l'ipotenar venga a trovarsi sul lato obliquo inferiore destro dello stesso. E' consigliata per il topsin di dritto, in particolare quando l'impatto avviene decisamente al di sopra della rete. E' impossibile utilizzarla nel dritto da fondo campo, nella demivo-lèe di dritto e nel lob di dritto, o lob senza effetto a topspin.
E' inadeguata o errata per lo slice di dritto, compreso il lob in slice, la volèe di dritto, i tiri dalla parte del rovescio e il servizio di smash.

Impugnatura "Semicontinentale"

E' l'impugnatura mediana e si effettua afferrando il manico della racchetta dall'alto, in mo-do obliquo da destra. L'ipotenar viene allora a trovarsi sul lato obliquo destro superiore del manico. Può essere utilizzata nel dritto da fondo campo, nella volèe di dritto e di rove-scio, nello slice di dritto e di rovescio, nel servizio di smash, nel lob e nella smorzata.
Questa impugnatura è inadeguata nel caso di un punto d'impatto alto

Impugnatura "continentale"

E' l'impugnatura di rovescio e si effettua afferrando dall'alto il manico della racchetta.

L'ipotenar viene dunque a trovarsi sul lato superiore destro del manico o, al limite, sul lato obliquo superiore sinistro (impugnatura di rovescio bassa). E' consigliata per tutti i tiri di rovescio, il servizio e lo smash; mentre è inadeguata per tutti i tiri di dritto.

Impugnatura di rovescio a due mani

Si effettua afferrando il manico della racchetta dall'alto, come per il rovescio, ponendosi al-la sua estremità. La mano sinistra viene posta immediatamente davanti alla destra, per andare ad afferrare il manico di lato, come nell'impugnatura dritta del mancino.

L'aggiunta della mano sinistra, in funzione della direzione del tiro, garantisce una trasmissione di forze particolarmente buona, oltre che un'accelerazione molto elevata. Questo colpo necessita di una notevole abilità della mano sinistra, in quanto è quella che effettua il tiro; mentre la mano destra serve a stabilizzarlo. E' consigliata per il rovescio da fondo campo e il top- spin di rovescio. E' possibile utilizzarla anche nello slice di rovescio e nella volèe di rovescio.

APERTURA

Ha il compito di preparare un'accelerazione ottimale nella fase del tiro, basandosi sul la lunghezza e sulla direzione. L'apertura di braccia del giocatore e la mobilità del dorso e delle articolazioni, spalla e polso, costituiscono dei limiti alla sua ampiezza.

La configurazione finale è determinata dal tempo a disposizione, dai moventi tattici, dalla

tipologia di tiro e dalle caratteristiche individuali. Le tipologie di apertura sono 3:

Apertura nel tiro da fondo campo

  • Apertura nella volèe e nella demivolèe

Apertura nel servizio e nello smash

Apertura nel tiro da fondo campo

Importante per la preparazione al tiro è l'utilizzo dell'energia potenziale della massa della racchetta. L'apertura è la fase in cui l'arto si trova nella posizione superiore dello anello. Il tem po a disposizione per l'apertura è di circa 1.5 secondi nel duello da fondo cam-po; mentre nella rispo sta può scendere a soli 0.4 secondi. Poichè per l'anello d'apertura e il tiro di un dritto occorrono da 0.6 a 0.9 secondi, se il servizio è più veloce la risposta deve a sua volta essere più rapida.

L'inizio dell'apertura dipende dalla velocità della palla in arrivo e dalla tecnica di tiro che si vuole adottare. La lunghezza e l'ampiezza dell'apertura variano a seconda della situazio ne. Esse possono aumentare in diversi modi: ruotando all'indietro la parte superiore del corpo; estendendo un poco il gomito (dritto), o avvicinando l'avambraccio al dorso (ro-vescio); flettendo le ginocchia; aprendo (dritto) o chiudendo (rovescio) in modo appro-priato, il polso, per cui, dopo un rapido movimento di apertura per forza centrifuga, esso si apre, o si chiude con forza; o portando indietro la testa della racchetta.

Nei tiri lenti è sconsigliato aprire volutamente il polso.

Apertura nella volèe e nella demivolèe

Essendo il tempo a disposizione nella volèe molto breve, 0.6-0.9 secondi, la racchetta va portata all'indietro per poco. Si deve comunque portarla al di sopra dell'altezza prevista per l'impatto, in quanto nella volèe la palla acquista generalmente una rotazione all'indietro.
L'apertura nella demivolèe è molto simile a quella del tiro da fondo campo e l'anello deve essere più breve e più piatto vista l'urgenza.

Apertura nel servizio e nello smash

Si può ottenere una accelerazione prolungata nella fase di apertura, in diversi modi: facendo oscillare a lungo il braccio e la racchetta; nello smash, per ragioni di tempo, avvici-nando la racchetta sopra le spalle; accentuando l'anello, (già utilizzato per l'accelerazione); aprendo il polso, a causa della forza centrifuga; ruotando e piegando all'indietro la parte superiore del corpo; piegando le ginocchia.

GIOCO DI GAMBE

Importante, nel tennis, è raggiungere una posizione di tiro ottimale per l'esecuzione del colpo.
E' quindi fondamentale, per un giocatore, disporre di un buon gioco di gambe. Durante uno scambio è necessario correre, scattare, quindi tanta coordinazione nei movimenti, in quanto si passa da una posizione di attesa alla preparazione al tiro. Quest'ultima fase si basa sulla distanza ideale dal punto di impatto, che si ottiene soprattutto con il penultimo passo.
Questo passaggio inizia nel momento in cui si comprende la direzione e la velocità della palla.
In questa fase, il giocatore, ha lo scopo di raggiungere la posizione ottimale, in tempo per poter utilizzare le tecniche corrispondenti ai suoi movimenti tattici.

Non c'è un gioco di gambe ottimale per ogni singola situazione e ogni tipo di colpo. Certo è che esso dipende dalle caratteristiche del singolo giocatore e dalla sua esperienza.
E' quest'ultima a far comprendere il momento giusto per scattare e correre, a che distanza fare l'ultimo passo, a non assumere una posizione di difesa statica troppo presto, perché sarebbe poi difficile correggere la distanza dal punto di impatto. Essa insegna, inoltre, che è fondamentale rimanere sempre in movimento.

TIRO

E' il momento in cui si passa, dalla fase di apertura, all'impatto della racchetta con la palla.
Esistono vari tipi di colpo, ogniuno con la propria caratteristica. Essi si differenziano per il modo in cui la palletta viene colpita, imprimendole un determinato effetto, sia sulla rotazione, che sulla traiettoria. Il tipo di colpo da utilizzare viene deciso, dal giocatore, durante lo svolgi-mento di uno scambio, in base alla sua posizione in campo e a quella dell'avversario, alla tra-iettoria della palla, all'effetto con cui essa arriva e con il quale intende respingerla, alla sua velicità e alla sua potenza. In fase di gioco, il tennista ha una piccolissima frazione di tempo a disposizione per valutare e decidere il colpo più adatto in quel frangente.

ORIGINI DEL TENNIS

Stabilire le origini di questo meraviglioso sport non è facile. Probabilmente i vari giochi dei Romani e dei Greci con la palla, trasformandosi nel corso degli anni, hanno enormemente con tribuito alla nascita e allo sviluppo di questa disciplina sportiva, che oggi chiamiamo TENNIS.
All'inizio veniva semplicemente utilizzato il palmo della mano. Da ciò ne derivò il "PAU-ME", un gioco molto vicino a quello attuale, praticato al coperto. Il campo, composto da mat tonato, aveva inserti colorati, che delimitavano la battuta e la grandezza del terreno di gioco.
Un aspetto rilevante, nel corso dei decenni, è stato l'inserimento della "RACCHETTA" tra la palla e il palmo. Questo nome lo troviamo presente in alcune traduzioni dal latino. Ne pos-siamo quindi dedurre che i nostri antenati romani la conoscessero già sotto il nome di "RETI-CULUM", da cui "RETICHETTA" ed infine "RACCHETTA".
Per avere qualcosa di più simile, dobbiamo trasferirci in Francia, dove, all'inizio del , troviamo diversi quadri raffiguranti paesaggi, nei quali si intravedono delle figure esercitare un gioco molto simile al nostro "TENNIS". Non si può dire con certezza, ma tra i primi giocatori, chiamiamoli di Tennis, ci sono proprio nobili francesi, compresi i Re di Francia. Dalla Francia passiamo in Inghilterra, dove piano piano la denominazione di "gioco della palla con la racchetta", cominciò a subire una metamorfosi di parole: da "TENETZ", che voleva dire "prendete", si passò a "TYNES", per arrivare infine all'attuale parola "TENNIS".
A differenza della Francia, dove questo gioco veniva praticato quasi esclusivamente dai no bili, in Inghilterra si era talmente diffuso, da coinvolgere ogni ceto sociale: dai Re ai mercanti dai falegnami agli artigiani. Altri paesi , più o meno nello stesso periodo, si appassionarono a questo sport: in Italia, Spagna, Grecia e Germania, ci fu un crescente prolificare di campi per il gioco della "PAUME", o "TENNIS". Quindi si rese necessaria la sua regolamentazione.
Per questo motivo, nel 1550 circa, Antonio Scaino da Salò scrisse un regolamento sui vari giochi che si tenevano con la palla, mettendo particolarmente in rilievo questo sport.
Ne indicò, la composizione della palletta, del campo in base al numero dei giocatori, e del punteggio, che già si effettuava partendo da 15 fino ad arrivare a 45, con situazioni parti-colari per l'attribuzione del numero dei giochi.
Negli anni a venire vi fu l'evoluzione del regolamento. Furono cambiati: metodo di pun-teggio, composizione della palletta, misure del campo, altezza della rete (che sostituì la cor-da) e abbigliamento, che rispecchiava, generalmente, la moda del tempo. Nel 1877, infine, in Inghilterra, si arrivò a determinare, dopo diversi anni, un punteggio simile a quello attua-le. Si partiva da 15, poi 30 e 40. Vennero poi inserite le parole "games" e "sets".
Il cambio di campo si effettuava alla fine di ogni set. Sul 5 pari si disputava un game decisivo. In battuta era ammesso un solo errore.
La palletta passò dalle varie composizioni di corda, a quelle di cuoio; per arrivare a quel-le di gomma cava; e terminare, nel , alla gomma ricoperta di flanella bianca.
Proprio a questo anno si può attribuire la nascita del TENNIS: il maggiore inglese, WAL-TER WINGFIELD, codificò delle regole, brevettando un gioco, a cui fu attribuito il nome di "LAW TENNIS". Il campo, di solito al coperto, fu trasferito all'aperto, soprattutto in Inghilter ra. Esso veniva disegnato sull'erba, con una forma piuttosto strana, tipo clessidra, dovuta al tiraggio della rete, inserita, a sua volta, nel mezzo e ai lati del campo.
L'abbigliamento non cambiò molto nel tempo. Per quanto riguarda quello maschile, si pas-sò dai pantaloni lunghi e camicia, a pantaloncini e maglietta; tutto chiaramente sempre bian-co. Per quello femminile la trasformazione si rese necessariamente più frequente, in quanto gonne lunghissime, bluse con colletti inamidati e tacchi un pò alti, non permettevano una cer ta facilità di movimento durante il gioco. Le varie trasformazioni dell'abbigliamento trovarono verso il 1930 una collocazione quasi definitiva rispetto a quella attuale.
Fare un confronto tra il tennis di ieri e quello di oggi non è possibile, poiché le trasforma-zioni delle tecniche di gioco e dello stesso materiale, impediscono un paragone tra il giocatore di ieri, più tecnico e meno atletico, e quello di oggi, forse con meno tecnica, ma senz'altro con una preparazione psico-fisica più adatta ad un modo diverso di interpretare il gioco.
Quello che è probabilmente rimasto inalterato nel tempo è l'agonismo, cioè l'impegno dello atleta, alla ricerca di maggiori limiti di rendimento finalizzati all'ottenimento di un risultato.

Spesso ci si domanda quali siano le doti che distinguono un buon giocatore dal campione.

Non è facile rispondere in modo preciso. Il sacrificio, la passione, la voglia di vincere e di arrivare, la preparazione atletica e la buona concentrazione, sono tutte caratteristiche fonda-mentali che bisogna possedere per essere un buon giocatore. Il campione, a tutto questo, aggiunge soltanto la sua dote naturale

IL PRIMO CAMPIONATO

Il direttore di un noto giornale sportivo dell'epoca e sede dell'All England Croquet Club, convinse i proprietari della testata ad organizzare un torneo. Questo, per festeggiare la nuova denominazione in All England Croquet and Lawn Tennis Club.

Così, Il , venne pubblicato un articolo, in cui si proponeva di organizzare un torneo su erba, aperto a tutti i dilettanti, a partire da lunedì 9 luglio e giorni seguenti; tassa di iscrizione pari a 1 sterilina, 1 scellino. In premio venivano assegnati un trofeo d'oro per il primo classificato e uno d'argento per il secondo.
Nessuno avrebbe mai pensato che un giorno, questo semplice torneo, sarebbe diventato il sogno di ogni tennista professionista. Questo confermava che il tennis stava diventan-do ormai un gioco di massa, mentre solo dieci anni prima era totalmente sconosciuto.
Essendo il primo torneo in assoluto, WIMBLEDON ha dunque gettato le basi per quanto riguarda le attuali regole del tennis, fissando già da allora le dimensioni e la struttura del ter reno di gioco, posizione delle linee e altezza della rete. Misure che sono rimaste invariate fino ad oggi, a parte qualche piccola modifica approvata nei tre anni successivi.
Soprattutto, venne introdotto un sistema di punteggio, eliminando il precendente, che cor rispondeva a quello attuato nel Rachets Squash.

RECORDS

i punti persi da Bill Scanlon contro Marcos Hocevar al torneo di Delray il 22/02/ 1983. E'

l'unico caso conosciuto di una partita vinta senza perdere un punto.

maggior numero di titoli dello Slam conquistati da un italiano: il tennista Nicola Pietrange

li è stato il vincitore del Roland Garros nel 1959 e nel 1960.

migliore posizione a fine anno nella classifica mondiale ottenuta da un italiano: Nicola Pie-

trangeli nel 1959 - 1960.

la miglior posizione in classifica ottenuta da un italiano da quando esiste il computer: Adria

no Panatta il 24 agosto 1976.

maggior numero dei titoli vinti consecutivamente a Wimbledon dopo l'abolizione del Challen

ge Round: Biorn Borg 1976 - 1980.

maggior numero di titoli consecutivi del Grande Slam: Martina Navratilova 1983 - 1984.

le finali consecutive raggiunte al master da Ivan Lendl.

maggior numero di sconfitte in finale nei tornei del Grande Slam riportate da Ivan Lendl.

il maggior numero di finali raggiunte in un torneo del Grande Slam da Ivan Lendl.

gli anni di intervallo tra due finali a Wimbledon: Ken Rosewall, nel 1954 e nel 1974.

il maggior numero di tornei vinti in una stagione: Rod Laver nel 1962.

anni e dieci giorni il più giovane numero uno del mondo: John McEnroe il 3/03/1980.

maggior numero di finali consecutive in torneo: Martina Navratilova 1983 - 1984.

minuti la durata massima di un singolo punto.

minuti la durata del game più lungo conclusosi dopo 40 vantaggi nel 1975.

il numero dei tornei del Grande Slam giocati consecutivamente da Stefan Edberg.

maggior numero di partecipazioni ai tornei dello Slam per Roy Emerson.

maggior numero di scontri diretti fra la Navratilova e la Evert, terminati 43 a 37 per la

Navratilova.

i games disputati nella partita più lunga della storia, durante un primo turno di Wimble-

don nel 1969: Gonzales-Pasarell con il punteggio di 22-24/1-6/16-14/6-3/11-9.

gli incontri vinti consecutivamente da Chris Evert sulla terra battuta.

il maggior numero di settimane consecutive come numero uno: Steffi Graf 1987 - 1991

il maggior numero di palleggi, durante un singolo punto.

la miglior percentuale di incontri vinti/persi realizzata in una stagione: John McEnroe

nel 1984, con 82 vittorie e 3 sconfitte.

la miglior percentuale di incontri vinti/ persi in un anno: Martina Navratilova nel '83

con 84 vittorie e una sconfitta.

LESSICO DEI TERMINI DEL TENNIS

TIPO DI COLPI

Smorzata: palla molto corta che atterra immediatamente dopo la rete.

Passante: il colpo destinnato a passare sul fianco il giocatore a rete.

Lob: il colpo destinato a superare in alto il giocatore a rete.

Smash: colpo simile al servizio (colpito quindi sopra la testa) eseguito in risposta ad un lob. Demi-volée: il colpo realizzato nel momento e nel punto in cui la palla rimbalza.

GLI EFFETTI DIVERSI

Colpo piatto: colpo senza effetto di rotazione che può influenzare la traiettoria. Tutta la velosità della racchetta è trasmessa alla palla sotto forma di traslazione e per nulla sotto forma di rotazione (la palla non gira). La palla è quindi più rapida, a pari velocità di racchetta, che con una palla liftata.

Lift: effetto di rotazione dal basso verso l'alto dato alla palle. Questo effetto permette di attirate la palla verso il basso e quindi farla abbassare più velocemente di una palla piatta. Con il lift, la sicurezza in lunghezza è maggiore; in più la palla acquista una velocità supplementare che dà l'impressione di schizzare verso il giocatore. Unico inconveniente è che una parte della velocità della racchetta passa nell'effetto invece che nella traslazione.

Tagliata: effetto di rotazione dall'alto verso il basso. La palla è attirata verso l'alto (quindi resta in aria più tempo) e, quando tocca il suolo, da un impulso a ritornare. A seconda della velocità di taglio, la palla può andare in avanti, fermarsi, o addirittura tornare indietro.

Ciop: effetto tagliato molto pronunciato, che fa fermare la palla.

Rétro: palla tagliata che torna indietro al rimbalzo (perchè la velocità all'indietro è superiore alla velocità verso l'avanti el momento del rimbalzo)

Slice: effetto di rotazione laterale. La palla va laterale: un destro che da un effetto slice al servizio, avrà una palla che va verso sinistra. 

MOVIMENTO DEL BRACCIO

Rotazione del braccio: il braccio fa una rotazione su se stesso indipendente dall'avambrac-cio, che invece ruotando, trasporta anche il braccio. Il polso invece non può ruotare.

Impugnatura: le prese possono avere 2 nomi: la presa a martello continentale) e la pre

sa eastern. Le prese chiuse vengono chiamate semi-western e western. Per impugnatura si intende il modo di tenere la racchetta il funzione del manico e la suddividiamo in chiusa, aperta e semiaperta. Una presa è chiusa quando, ponendo il braccio verso il suolo, il piatto del la racchetta forma un angolo col suolo inferiore a 90°, mentre è aperta quando queto an-golo si avvicina ai 90°.

Si determina esattamente la presa a seconda della posizione della parte bassa del palmo della mano sul manico della racchetta.

Quando il palmo è sulla parte alta del manico della racchetta, c'è una presa a martello, sul fianco in alto a destra, presa eastern, sul lato destro, presa semi-western, e infine sul lato in basso a destra, una presa western.

presa western: è la presa più chiusa possibile e si usa per colpire palle liftate (o quando si è a un certo livello o quando uno se la sente bene dall'inizio), ma anche medioalte o alte.

E' meno pratica per le palle basse e piatte, perchè obbliga il polso a contorsioni più o meno faticose. E' la presa dei giocatori da fondo campo che praticano sopratutto il lift e sono quindi agevolati a colpire spesso le palle medioalte e alte.

presa semi-western: è una presa polivalente. Si può dire che è la migliore per il giocatore

di fondo campo, che ama liftare e tagliare: ottima per liftare e perfetta per il colpo piatto. Agevole per le palle alte e medio-alte e meno agevole per quelle basse. Necessita di pochissi-ma contorsione del polso. Per questo, studi approfonditi sui migliori diritti dei campioni di diverse epoche hanno concluso che è la presa che da i miglior diritti a livello mondiale.

presa eastern: per giocare le volèe facendo un gioco piatto e occasionalmente liftato. Agevo le sulle palle basse e medie, ma meno su quelle alte dove sono necessarie contorsioni del polso.

presa a martello: presa usata esclusivamente per le volèe e agevole sulle palle basse. Obbliga a contorsioni sulle palle medio-alte e scomoda per le palle alte. Non è pratica per il lift, ma dato che gli attaccanti colpiscono molte palle basse o medie , per venire a rete, sulle superfici dove la palla schizza, è un colpo loro congeniale. In più, per l'attaccante, c'è il vantaggio di non dover cambiare presa fra diritto e rovescio (e non è un vantaggio da poco).


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