L'ORIGINE DELLE CIVILTA'
( IMMAGINE 1, titolo )
Da sempre l'uomo si pone il quesito sulle sue origini. Grandi scuole di pensiero, non solo filosofico, ma anche nell'ambito della ricerca psicologica, hanno indagato nell'animo umano per cercare radici certe per quanto riguarda la nostra provenienza. Tutte le religioni si prefiggono di dare risposte ultime al problema. L'arte stessa non si è sottratta al fascino della ricerca: Paul Gaugain, pittore , intitolava una 14514w2218o sua opera "Chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando". Non ottenne risposta, e si suicidò.
La ricerca delle origini può senz'altro assumere i contorni del dramma, ma più ancora diventa una entusiasmante sfida, se con serenità e obiettività l'uomo si interroga e si lascia interrogare. La vita stessa è una meravigliosa risposta. A volte ci viene incontro anche la scienza.
Se la ricerca del "primo inizio" è spesso lasciata alla capacità dell'individuo di agganciarsi anche a problematiche di carattere spirituale, il ritrovamento di numerosi reperti archeologici pone invece la nascita della storia e della civiltà in un preciso segmento di tempo.
Studiando i miti e i racconti antichi si constata che tutte le culture postulano un inizio primigenio, o età dell'oro, condizione nella quale gli esseri umani addirittura parlavano con la divinità, e un nuovo inizio, dopo che una grande catastrofe ha cancellato ogni forma di civiltà. Le varianti sul tema sono molte.
Ci soffermeremo a considerare le più recenti scoperte negli ambiti più svariati: archeologia, etnologia, agronomia, linguistica comparata, mitologia comparata, genetica ecc.
Le conclusioni indicano una costante: l'uomo più antico, a differenza di quanto si andava affermando sino a qualche decennio fa, non era un buzzurro dalle fattezze scimmiesche, ma era altresì dotato di intelligenza e capacità molto elevate.
Si è affermato che l'uomo, nel suo progredire negli stadi evolutivi, dopo le prime traumatiche esperienze di terrorizzante adorazione dei fenomeni naturali, divenuto sapiens sarebbe passato all'adorazione di idoli e dèi per approdare, infine, al monoteismo.. Le ultime scoperte infrangono tale visione e ci insegnano che, fin dall'inizio dell'esperienza umana, si riscontrano tracce evidenti di un monoteismo, poi decaduto in politeismo.
Insomma, l'uomo primitivo, non era poi tanto primitivo, e quello che era decantato come progresso evolutivo si è rivelato, almeno per alcune istanze e settori, il suo esatto contrario: un impressionante regresso.
Ammette lo scienziato Jean Servier ( antropologo ed etnologo ):
"Le vecchie teorie della scienza ufficiale hanno fatto fiasco, nessuno può più ammettere le opinioni in auge nel secolo 19° sulla mentalità primitiva e prelogica; nessuno più accetta di parlare di 'società inferiori'".
Anche il professor Anthony
Aveni ( Astronomo e antropologo alla Colgate University ) ha affermato:
"C'è un paradosso nel modesto corso degli eventi che condussero alle
conquiste scientifiche del Rinascimento: nella pratica della scienza, infatti,
ci siamo abituati a porre la nostra concezione del mondo su un irraggiungibile
piedistallo di successo, a un livello che consideriamo inarrivabile per tutte
le altre culture del mondo, che tendiamo a ritenere meno avanzate delle nostre.
Eppure, questi 'altri', dall'Età del bronzo a Babilonia, possono insegnarci
qualcosa; il loro cervello non era meno evoluto del nostro, la loro mente non
era meno indagatrice, il loro modo di suddividere la conoscenza in categorie
non era meno sistematico, benché fosse rivolto a scopi più generici". ( IMMAGINE 2 )
Possiamo considerare sub-umani gli artisti che disegnarono queste opere dell'età delle caverne ?
( IMMAGINE 3 )
Che dire di coloro che costruirono gli imponenti basamenti ( IMMAGINE 4 ) del tempio di Baalbek, in Libano ? Riuscirono a scolpire, modellare, staccare e trasportare pesanti blocchi, alcuni di 1000 tonnellate, da una valle distante molti chilometri dal luogo della posa. Uno di questi blocchi pesa quanto un moderno Boeing 747.
Non ci soffermeremo su come abbiano fatto. Ci occuperemo, invece, di rintracciare le vestigia di questa prima civiltà della storia.
Il professor Samuel Noah Kramer ( IMMAGINE 5 ) ( assiriologo e conservatore al museo dell'università di Pennsylvania ) era convinto che la storia fosse cominciata a Sumer, ( IMMAGINE ) la patria dei Sumeri.
Anche il sumerologo Zecharia Sitchin afferma:
"Nel secolo che seguì le prime scoperte mesopotamiche divenne più che mai evidente che era proprio a Sumer che la moderna civiltà era cominciata. Fu là, infatti. che tutti gli elementi fondamentali di una civiltà avanzata sorsero all'improvviso come dal niente e senza un'apparente motivazione. città, strade, scuole, templi; metallurgia, medicina, agricoltura. Irrigazione; l'uso dei mattoni, la prima ruota; navi e navigazione; pesi e misure; leggi e tribunali; la scrittura, la musica::: Ogni aspetto di una alta forma di civiltà al quale possiamo pensare, ebbe la sua 'prima', il suo inizio, a Sumer".
( Citazioni utili: A )
Secondo altri studiosi, ad esempio Joseph Campbell, la civiltà Sumera non solo sarebbe all'origine delle grandi civiltà euro-asiatiche, ma tracce di essa si ritroverebbero anche nelle culture dell'America precolombiana e dell'antico Egitto.
Ad esempio: ( IMMAGINE 7 ) sia nell'America centrale che in Egitto si credeva che il defunto compisse il suo viaggio attraverso gli inferi su una barca, accompagnato da divinità.
Tra i passeggeri della barca del faraone morto e tra quelli della barca di Doppio Pettine (personaggio delle civiltà precolombiane) che compiono il loro ultimo viaggio ci sono: un cane, un uccello e una scimmia sulla barca di Doppio Pettine; e tre divinità, una dalla testa di cane, una dalla testa di uccello e una dalla testa di scimmia, sulla barca di Faraone.
Commenta lo studioso Graham Hancock;
"Una cosa sembra probabile e cioè che le analogie siano i resti di un retaggio comune ricevuto da un antenato comune. I popoli dell'America centrale utilizzarono il retaggio in un modo e gli egizi in un altro, ma una parte della simbologia fu conservata da entrambi. Vale la pena di osservare che un siffatto legame collega il complesso delle credenze religiose del Messico precolombiano con quello dei Sumeri in Mesopotamia"
Anche per ciò che riguarda l'astrologia, si sono riscontrate influenze sumere nelle culture egiziana e indiana ( IMMAGINE 8 ).
I popoli Nahuatl del centro America rendevano culto ad una divinità chiamata Quetzalcoatl, il famoso Serpente Piumato. Ugualmente gli egiziani rendevano omaggio al Serpente Alato
( IMMAGINE 9 ).
Sia nell'antico Egitto, che nelle culture Maya, i sacerdoti erano soliti portare abiti cerimoniali confezionati con pelli di leopardo, in un caso, e di giaguaro, nell'altro. Anche in questo caso gli studi hanno rivelato che l'usanza di addobbarsi di pelli di felini maculati deriva da remote antichità e da popoli originari del Kurdistan.
Come abbiano potuto popoli così antichi spostarsi a distanze considerevoli e in terre separate da oceani non è più un mistero. Negli anni '60 un ricercatore, Thor Heyerdahl, costruì barche di canne di balsa e di giunchi, simili a quelle usate dagli antichi, e simulò i probabili viaggi dei Sumeri sui mari e sui letti dei fiumi. Riuscì nell'impresa. Dimostrò che partendo dall'Africa, Sumeri o Egiziani che fossero, avrebbero potuto raggiungere le coste del centro-America ( IMMAGINE 10 ).
Ancora oggi, sul lago Titicaca, si possono vedere barche simili perfettamente funzionanti
( IMMAGINE 11 ). Analoghe imbarcazioni sono state scoperte sotto le sabbie d'Editto, accanto alle piramidi.
( Citazioni utili: B )
Sumeri in Asia
Tracce significative della civiltà sumera sono state ritrovate persino in Asia.
Secondo Alford : "Profughi Sumeri attraversarono le zone alluvionate dell'Indo ( IMMAGINE 12 ) e si diressero ad est verso la Tailandia e la Cina".
Anche in questo contesto, come per le civiltà Egizia e Maya i resoconti registrano la misteriosa comparsa di tecnologie avanzate. Watson disse che vi era stato, in Asia, fin dai tempi remoti, un "cambiamento misterioso e brusco".
Le ricerche hanno dimostrato, in modo conclusivo, che le prime forme di scrittura in Cina, apparse dopo il 2000 a,C. derivano dal sumero. Non soltanto i segni appaiono simili, ma venivano pronunciati allo stesso modo.
Ball, nel suo volume "Chinese and Sumerian", dimostra l'ascendenza sumera sui popoli asiatici partendo da termini della lingua cinese. Ad esempio: Tienanmen, tristemente famosa come la piazza degli scontri tra studenti e regime cinese nel 1989, in sumero si dice Ti.An.An.Men (Vita, Cielo, Cielo, Pace).
Nota giustamente il Campbell:
"Questa prima torre del tempio sumerico. costituì il modello che ritroviamo, secoli più tardi, nell'immagine indù-buddhista della montagna del mondo, chiamata Sumeru. ma essa fu anche il modello dell'Olimpo greco, dei templi aztechi del sole. Infatti la forma e il concetto della Città di Dio, del 'mesocosmo', che emersero dalla storia verso il 3200 a.C., proprio nel punto geografico in cui Tigri ed Eufrate raggiungono il Golfo Persico, si diffusero ad est e a ovest lungo le vie già battute nel primo neolitico" ( IMMAGINI 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20 )
( IMMAGINE 21 )
Secondo l'archeologo David Rohl è dai Monti Zagros ( IMMAGINE 22 ), nell'attuale regione del Kurdistan, che giunse "gran parte della popolazione sumera. dal momento che nella terra di Sumer la ceramica più antica sembra originaria di questa zona"
In poche parole i Sumeri erano gente delle montagne. Precisamente di quella zona che noi oggi chiamiamo Armenia.
( Citazioni utili: C )
Una conferma giunge anche dall'archeologo Edwin Oliver James:
"Gli altipiani iranici rappresentano geograficamente il luogo ideale per una origine comune di tutta la gamma dei processi culturali raggiunti in Oriente, nel IV millennio a.C. Se fu questa la culla della prima civiltà di Elam. È altrettanto probabile che essa sia stata il centro da cui movimenti e influenze analoghe si irradiarono in Mesopotamia attraverso i Monti Zagros, in India attraverso il Belucistan e l'Himalaya e attraverso la pianura mongolia nella Cina settentrionale e occidentale, dove sono state trovate tracce di una identica cultura agricola"
( IMMAGINE 23 )
Dalle ricerche interdisciplinari si è scoperto che l'agricoltura si è diffusa dal Medio Oriente in direzione non solo dell'Europa, ma anche in direzione dell'Africa settentrionale e della steppa asiatica, nonché in direzione del Pakistan e dell'India.
Il genetista Cavalli Sforza conferma, e aggiunge che l'agricoltura "ha avuto inizio in zone impervie"
( Citazioni utili: D, E )
Dello stesso avviso è il sumerologo Sitchin:
"Gli studiosi concordano nell'affermare che l'agricoltura nacque nella regione oggi corrispondente a Mesopotamia, Siria e Israele, ma non sanno spiegarsi come mai non sia cominciata nelle pianure, dove la coltivazione è senza dubbio più facile, bensì in aree montuose.Altrettanto inspiegabile sembrano essere da un lato la rapidità con cui le varie specie di ortaggi e frutti cominciarono ad apparire, tutti nello stesso periodo e nella stessa regione, dall'altro il contemporaneo 'addomesticamento' degli animali".
Il Sitchin si pone la domanda: "Come è possibile che tutto sia avvenuto proprio in quel momento ?"
Ma lo studioso si
da anche la risposta: "La scienza moderna deve ancora trovare una risposta a
questa domanda, ma i testi sumerici ce la fornivano già vari millenni fa"
Ancora i Sumeri.
Dai testi a cui fa riferimento lo studioso sappiamo che le prime coltivazioni impiantate sui fianchi delle montagne furono quelle di alberi da frutto, arbusti e viti. Molto interessante è la conclusione a cui giunge il Sitchin:
"I testi sumerici. come (anche) la Bibbia. ci dicono che l'agricoltura cominciò ad apparire dopo il diluvio, quando ( con parole della Genesi ) Noè cominciò come contadino"
Chi parla è un ateo, ma ci avvicina a considerazioni che chiamano in causa la Bibbia.
Leggiamo infatti nel libro del Genesi ( IMMAGINE 24 ): "E i figliuoli di Noè che uscirono dall'arca furono Sem, Cam e Jafet. Questi sono i tre figliuoli di Noè; e da loro fu popolata tutta la terra. Or Noè, ch'era agricoltore, cominciò a piantar la vigna " (Genesi 9:18-20)
Il luogo d'approdo dell'arca di Noè si trova su una catena montuosa ( IMMAGINE 25 ) a pochi chilometri a sud della valle d'Araxes. Vi scorre il fiume Aras che, partendo da Erzurum, in Turchia, scorre verso est dove segna parte del confine tra Turchia e Russia e tra Turchia e Iran. Nella pianura di Araxes sorsero le montagne vulcaniche dell'Ararat, in epoca molto posteriore al diluvio. Secondo il ricercatore Ron Wyatt, che ha visitato i luoghi: "La zona possiede una fertilità straordinaria. Vi si trovano ortaggi di una grandezza mai vista al mondo. L'Anatolia è situata nel punto d'incontro delle tre zone principali di distribuzione di piante: la zona Euro.Siberiana, la zona Irano-Tauriana e la zona Mediterranea. Un lavoro recente ha mostrato che una grande percentuale di piante sono tipiche solo di questa zona. Cioè ai confini con la Turchia"
Quindi gli studi potrebbero avvalorare il racconto della Bibbia che illustra l'attività agricola dei salvati dal diluvio come originatasi proprio nella zona in questione.
Wyatt aggiunge: "Nella Turchia centro-meridionale si trova un gran numero di piante che esistono soltanto li. Questo significa che alcune delle piante originali che Noè portò dal mondo antidiluviano non si diffusero mai oltre quella zona. Quando i gruppi lasciarono l'area sembra che abbiano preso con se i semi più importanti e le principali piante commestibili, lasciandosi alle spalle una varietà di piante che risalivano all'età antidiluviana"
Parleremo più specificamente del diluvio e dell'arca di Noè. Per ora notiamo la coincidenza delle moderne scoperte scientifiche e dei dati biblici.
Secondo le Sacre Scritture gli scampati al diluvio ricominciarono la costruzione della civiltà sui pendii della catena montuosa nota come Ararat. La Bibbia dice "Sui monti dell'Ararat". E' come dire "Sulla catena montuosa delle Dolomiti", senza però specificare su quale monte preciso.
La zona montuosa dell'Ararat è la zona oggi corrispondente agli altipiani iranici e turchi, all'Armenia e al Kurdistan.
Da ricerche effettuate nel campo della metallurgia sappiamo che da quelle zone sono emerse le prime testimonianze sull'uso dei metalli.
In una grotta del Kurdistan iracheno ( IMMAGINE 26 ), in località Shanidar, il paleontologo Ralph Solecki ha rinvenuto un oggetto di rame, considerato il più antico oggetto di rame ritrovato.
Robert Braidwood, sul sito del villaggio neolitico di Jarmo, ha trovato tracce di una pratica metallurgica, la più antica del mondo.
Da Cayonu viene il pezzo di tessuto più antico.
Da Mureybet, nella Siria settentrionale giungono i primi esempi di vasellame di argilla a cottura leggera.
A Ganj Dara, nel Kurdistan iraniano, sono state ritrovate le più antiche statuine.
A Abu Hureyra si è trovato la traccia dei primi cosmetici
Nel sito di Jerf el Ahmar, nell'alto Eufrate, nella Siria del nord, sono stati scoperti i primi pittogrammi incisi su pietre piatte e ovoidali.
Ad Hajji Firuz Tepe, proprio sui Monti Zagros, nel Kurdistan iraniano, sono state rinvenute tracce di vino resinato.
Per quanto riguarda la coltura della vite David Rohl ci conferma che:
"Recentemente l'archeologia ha dato il proprio contributo all'identificazione dell'Armenia come luogo in cui per la prima volta fu prodotto il vino. Un vaso di terracotta scoperto nella pianura di Miyandoab ( Aratta ) conteneva un residuo scuro. Le analisi determinarono che si trattava di sedimenti di vino. Il suo contenuto apparteneva alla più antica vendemmia della terra, Chateau Aratta, vicino al lago Urmia, l'odierno Rezayeh, sull'altopiani iraniano"
Di fronte a tal numero di testimonianze il Collins non può fare a meno di notare "Tanti furono i progressi compiuti nel Kurdistan, e in particolare nella regione dell'alto Eufrate. che dovette essere accaduto qualcosa di unico nella regione, da tempo ritenuta la culla della civiltà. Nessuno ha spiegato in maniera esauriente perché la rivoluzione del neolitico abbia avuto inizio proprio lì"
Nessuno, tranne la Bibbia.
Nel capitolo XI del Genesi leggiamo ( IMMAGINE 27 ) :
"Un tempo l'umanità parlava la stessa lingua e usava le stesse parole. Emigrati dall'oriente gli uomini trovarono una pianura nella regione di Scinear e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: 'Costruiamoci una città! Faremo una torre alta fino al cielo! E il Signore li disperse di là in tutto il mondo; perciò furono costretti ad interrompere la costruzione della città. La città fu chiamata Babele perché fu li che il Signore confuse la lingua degli uomini e li disperse in tutto il mondo"
L'archeologia dei nostri giorni conferma pienamente la migrazione dei discendenti di Noè
( IMMAGINI 28, 29 ).
Zecharia Sitchin, nel commentare il racconto del Genesi afferma che questo è "Un documento storico, che suscitò inizialmente qualche dubbio tra gli studiosi perché citava stati allora sconosciuti, ma che poi - dopo un secolo e mezzo di scoperte archeologiche - si rivelò sorprendentemente attendibile e preciso. Si tratta di un documento che contiene una messe di importanti dati storici, geografici e politici sull'ascesa del genere umano dal fango della desolazione successiva al Diluvio fino alle alte vette della civiltà"
E poi aggiunge, con ansia motivata: "ma ciò che deduciamo da questo elenco, e che rischia di passare sotto silenzio, è che tutti i primi sette figli (discendenti di Noè), e relative nazioni, corrispondevano territori montuosi dell'Asia minore, delle regioni del mar Nero e del mar Caspio. Territori montuosi che, in quanto tali, erano abitabili subito dopo il diluvio, a differenza delle zone costiere più basse e delle isole, che lo divennero solo molto tempo dopo".
Se la storia di Babele e della confusione delle lingue è vera, nella zona geografica in cui la Bibbia colloca l'approdo dell'arca si dovrebbero trovare le prove di una gran varietà di lingue e di dialetti.
In effetti è proprio ciò che le moderne ricerche confermano ( IMMAGINE 30 ).
Il ricercatore Ron Wyatt, che ha lavorato sul posto, afferma: "oggi, in nessun altro posto sulla terra si possono trovare così tante lingue diverse parlate in una piccola area"
Nella vasta regione, in parte inaccessibile, del Caucaso, si parlano 50 diversi dialetti e lingue. Strabone (libro XI,5), ci informa che nel paese non si parlavano meno di 70 dialetti e che per questo, ancora allora, la zona veniva chiamata "La montagna delle lingue"
Anche testi extrabiblici raccontano l'episodio della confusione delle lingue.
Un testo antico ( IMMAGINE 31 ), proveniente da Sumer e chiamato "Emmerkar e il Signore di Aratta", parla della convivenza originaria degli uomini: "C'era una volta, le terre di Shubur e di Hamazi. la grande terra delle leggi divine. Uri, la terra che ha tutto ciò che è adatto, la terra di Martu, che riposa nella sicurezza, l'universo intero, il popolo all'unisono a Enlil in una sola lingua dava gloria"
Da un altro frammento ( IMMAGINE 32 ) apprendiamo che fu Enki, a volte chiamato "il figlio di Enlil", il responsabile della confusione delle lingue: "Enki cambiò le lingue nella loro bocca, portò confusione nel linguaggio dell'uomo che (fino ad allora) era stato uno".
( livello B )
In un interessante studio, David Rohl afferma che i Sumeri erano i discendenti di Sem, uno dei figli di Noè.
Già nel 1941, Arno Poebel, maestro di Kramer, aveva scoperto significative correlazioni tra gli Ebrei e i Sumeri. Lo stesso Kramer aveva notato una anomalia nella toponomastica, e si era chiesto: "Se i Sumeri sono stati un popolo che nel vicino Oriente antico ha raggiunto risultati tanto importanti in campo letterario e culturale da lasciare un'impronta indelebile sulle opere degli uomini di lettere ebrei, perché mai la Bibbia quasi non li nomina ?" ( IMMAGINE 33 )
Nel Vecchio Testamento sono citati Egizi, Cananei, Amorrei, Urriti, Hittiti, Assiri, Babilonesi, ma non i Sumeri.
Afferma ancora il Kramer: "Fatta eccezione del termine 'Shinar', piuttosto oscuro, e che gli studiosi identificano con Sumer, sembra che in tutta la Bibbia i Sumeri non vengano citati affatto, il che mal si concilia con la loro presunta influenza"
Quindi, le conclusioni dello studioso sono le seguenti ( IMMAGINE 34 ): "Se Shem (nome del figlio di Noè) corrisponde a Shumer/Sumer, dobbiamo concludere che gli autori ebrei della Bibbia, o quanto meno alcuni di essi, pensavano che i Sumeri fossero gli antenati del popolo ebraico. E' probabile che nelle vene dei patriarchi ebrei scorresse qualcosa che apparteneva al patrimonio culturale di quella che è considerata la civiltà più antica"
Se questo è vero, allora si conclude l'annosa disputa se fossero stati gli autori della Bibbia a scrivere i primi racconti biblici, o se invece questi avessero copiato dai Sumeri.
Sembra probabile che i discendenti dei Sumeri, cioè i personaggi delle storie bibliche, abbiano invece riveduto e corretto i racconti sumerici riportandoli all'originale verità.
Per quanto riguarda la originaria provenienza dei Sumeri, pensiamo che studi recenti stiano accertando definitivamente la verità. Pare che i conosciuti Sumeri della Mesopotamia del Sud avessero avuto, come origine, una patria situata nell'alta Mesopotamia, in una pianura a pochi chilometri di distanza dal luogo dell'approdo dell'arca.
Nelle prossime conferenze parleremo in dettaglio di due eventi, appena accennati nella conferenza di oggi: il diluvio e l'arca di Noè.
Esistono prove scientifiche che la terra in passato è stata sconvolta da un evento catastrofico come quello raccontato, non solo dalla Bibbia, di un enorme diluvio? Quali proporzioni ed estensioni esso avrebbe avuto?
E' vera la storia dell'arca con a bordo i sopravvissuti a questa grande catastrofe?.
L'archeologia ha ritrovato i resti dell'arca di Noè?
Intanto possiamo affermare che diverse discipline scientifiche testimoniano che in una zona particolare della terra si sono concentrati processi culturali così vistosi e di ampia portata, che fanno ritenere valida l'ipotesi secondo la quale la moderna Armenia e il moderno Kurdistan abbiano ospitato le vestigia della prima civiltà del neolitico. Proprio come afferma la Bibbia.
A) Importanza del vicino Oriente - Edwin Oliver James: "Gli eroi del mito", pag.13
"L'abbondanza di un nuovo materiale riportato alla luce attraverso gli scavi e le ricerche archeologiche effettuate nel vicino Oriente e la scoperta, la decifrazione e la traduzione di numerosi testi finora rimasti sconosciuti hanno reso possibile una più chiara conoscenza e comprensione della religione di questa regione cruciale dai tempi della preistoria fino alla fine dell'età del bronzo, nonché di tutte le influenze che da essa derivarono sui maggiori credi dell'umanità. Si può infatti affermare con sicurezza che proprio questa regione vide la nascita della civiltà con gli effetti rivoluzionari che essa ebbe sullo sviluppo della religione"
B) Sumeri in centro America - Zecharia Sitchin : "Gli dei dalle lacrime d'oro", pag. 81
"Un racconto dei Maya, chiamato 'La leggenda di Votan', parla dell'arrivo nella penisola dello Ycatan del 'primo uomo che Dio mandò in questa regione per popolare e dividere la terra che oggi si chiama America'. Il nome dell'uomo era. Appunto, Votan, e il suo emblema era il serpente. Egli era discendente dei Guardiani della razza di Cam. E proveniva da una terra chiamata Chivim e aveva fondato una città chiamata Nachan.
Nunez de Vega era convinto che la terra di Votan confinasse con Babilonia.
Ordonez concluse che Chivim era la terra degli Hevei, che la Bibbia elenca tra i figli di Canaan e cugini degli Egizi.
Zelia Nuttal, segnalò che il termine Maya per indicare il serpente (can), corrispondeva all'ebraico Canaan. Se è così, allora la leggenda Maya, nell'affermare che Votan apparteneva alla razza di Can e che il suo simbolo era il serpente, usava un giro di parole per indicare che Votan veniva da Canaan. E questo certamente giustifica le nostre perplessità sul fatto che Nachan, 'Luogo di serpenti', sia un termine praticamente identico all'ebraico Nachash, che significa appunto 'serpente'"
C) Popolazioni montane - Ellen White: "Conquistatori di pace", pag. 85
"Per un certo periodo di tempo i discendenti di Noè continuarono ad abitare tra le montagne dove si era fermata l'arca; ma quando si moltiplicarono, l'apostasia determinò una separazione. Coloro che non volevano più pensare al Creatore. si diressero verso la piana di Scinear, lungo le sponde del fiume Eufrate. Furono attratti dalla situazione favorevole, dal suolo fertile e pensarono di costruire li le loro case"
D) Origini dell'agricoltura - Andrew Collins: "Il sepolcro degli ultimi dei", pagg. 162-164
"La cosiddetta rivoluzione del neolitico ebbe origine nelle fertili valli dell'alto Eufrate e tra il nord della Siria e l'Anatolia orientale, l'odierna Turchia. l'Anatolia orientale rappresenta il versante più occidentale della vasta catena montuosa che si estende a nord fino alle remote regioni rocciose dell'Armenia russa, a est fino alle sponde del lago Urmiah, nell'Iran occidentale e a sud-est lungo i monti Zagros che scendono verso il Golfo Persico. Questa immensa regione è oggi conosciuta col nome di Kurdistan. Fu in quella zona che i primi agricoltori neolitici coltivarono di tutto, dai piselli, alle lenticchie, all'erba medica, alla vite"
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