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MANUALE PER PRATICANTI DI SECONDO LIVELLO REIKI

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MANUALE PER PRATICANTI DI SECONDO LIVELLO REIKI


Mudra usati per il trattamento



Okuden secondo Usui

Le informazioni riportate qui di seguito sono parziali per espressa richiesta di Andrew Bowling, che desidera mantenere la riservatezza sui contenuti del suo workshop. Obiettivo dell'Okuden di Usui è di rendere l'allievo capace di usare l'energia.
A tale scopo Usui, oltre a dare Reiju, insegnava Kotodama per il trattamento sulle altre persone e ,in un tempo successivo, il trattamento a distanza.

IL TRATTAMENTO.
Consiste in 5 posizioni intorno alla testa del ricevente.

Mani davanti alla fronte
Mani ai lati della testa
Una mano sulla front 212l119c e e una sulla nuca
Mani ai lati del collo
Le due mani sulla corona


Successivamente si possono aggiungere altre posizioni sul corpo a seconda dei disturbi del ricevente (ricordo che è in commercio o in linea in Internet anche il manuale di Usui), o posizioni individuate tramite il Byosen ( o scanning).

TRATTAMENTO A DISTANZA.
Per effettuare un trattamento a distanza non si invia reiki ma si dà alla persona con cui siamo in connessione, e che quindi abbiamo portato vicino a noi. Per attivare la connessione si usa :

AUTOTRATTAMENTO.
Si effettua come un trattamento a distanza, solo visualizzando se stessi al posto del ricevente.


HATSUREI-HO

1.Kihon Sensei (posizione standard)
Siedi sul pavimento sui ginocchi o a gambe incrociate, o su una sedia con la schiena eretta
Rilassati e chiudi gli occhi
Poni attenzione all'Hara (3-5 cm sotto l'ombelico)
Tieni le mani in grembo a palme in giù.


2.Kenyoku (pulizia)
La mano viene passata a contatto col corpo o un po' staccata:
a)metti la mano destra, piatta, con le dita nel punto dove il collo diventa spalla, a sinistra.ESPIRANDO, porta la mano piatta attraverso lo sterno fino all'anca destra
b)ripeti con l'altra mano sull'altro lato
c)fai di nuovo a)
d)metti la mano destra piatta sull'omero, sotto la spalla, oppure anche solo sul polso del lato sinistro;ESPIRANDO passala su tutto il braccio o anche solo sulla mano
e) ripeti con l'altra mano sull'altro lato
f) fai di nuovo d)

3.Joshin Kokyu ho (Pulizia dell'anima col respiro)
Metti le mani in grembo coi palmi in su e respira naturalmente attraverso il naso.
Poni l'attenzione sull'hara e rilassati.
INSPIRANDO visualizza luce bianca che entra dalla testa e dai plami delle mani nell'hara e si espande nel corpo, sciogliendo tutte le tensioni
ESPIRANDO visualizza la luce, che ha riempito il tuo corpo, che si espande al di fuori del corpo attraverso la pelle in tutte le direzioni, fino all'infinito.
Visualizza anche che un po' di energia residua rimane nell'hara, e, respiro dopo respiro, lo lascia sempre più grande, sempre più luminoso.
Ripeti per un paio di minuti o per quanto vuoi.

4.Gassho.
Congiungi le mani di fronte al petto un po' più in alto del cuore, e un po' staccate dal corpo.
Tieni questa posizione.

5.Seishin Toitsu (meditazione-concentrazione)
Mantenendo il Gassho, immagina di respirare attraverso le mani.
Inspirando, immagina la luce la luce che fluisce dentro attraverso le mani, fino all'Hara, che si riempie di luce.
Espirando, visualizza la luce che piano piano si accumula nell'Hara, e l'energia che zampilla fuori dalle mani.
Continua fino a che non senti di aver finito
Rimani in questa posizione e continua la tua meditazione.

6.Gokai Sansho (I principi)
Ad alta voce per tre volte dì i principi.

7.Chiusura.
poni le mani in grembo con i palmi rivolti in basso, e dì mentalmente che hai finito.


CONSENSO
Nel trattamento a distanza, il consenso del ricevente è consigliato,perché è difficile essere sicuri che la nostra intenzione sia veramente compassionevole, e che l'intenzione all'inizio del trattamento "di inviare solo l'energia di cui lui a bisogno" sia pura. Abbiamo tutti convinzioni e pre-giudizi, che possono non essere uguali a quelli del ricevente, e queste convinzioni, anche inconsapevoli, potrebbero "sporcare" l'intenzione del trattamento.
Io penso che non c'è niente che non si possa spiegare, e che quindi sia necessario chiedere il consenso del ricevente.D'altro canto, il reiki è anche far crescere la consapevolezza.Se un primo trattamento Reiki senza il consenso della persona fa sì che questi abbia un miglioramento "sintomatico", ma che poi la malattia riprenda allo stesso modo o in un'altra parte del corpo,allora possiamo dire che il primo trattamento è un'azione compassionevole, ma un secondo trattamento forse non lo sarebbe più: azione compassionevole in questo caso potrebbe essere spiegare alla persona che cosa vorremmo fare per lui e invitarlo a "mettersi in ricezione". A volte questo semplice gesto basta a far crescere la consapevolezza del ricevente e a cominciare ad accettarsi, ad essere compassionevole verso se stesso, come dice l'ultimo dei principi.



Ricevendo Reiju viene ulteriormente ampliata la connessione, già stabile dopo il completamento del primo livello, con l'energia macrocosmica. Con la pratica e ricevendo altri Reiju questa connessione viene ulteriormente ampliata e rinforzata. E' per questo che per "completare il secondo livello Reiki" non basta partecipare ad un seminario di attivazione, ma occorre continuare a praticare da soli o in gruppo, e, magari, ricevere altri Reiju.

Tutte le altre tecniche che vengono o venivano insegnate durante i seminari di secondo livello non appartengono al percorso di Usui, ma provengono il più delle volte da tradizioni sciamaniche o magiche. Io personalmente ho scelto di insegnarle o condividerle in momenti separati dall'insegnamento del Reiki.


DIVENTARE INSEGNANTE DI REIKI
Il livello di Shinpiden secondo Usui prevedeva cinque sottolivelli e noi, in occidente, ne conosciamo solo uno:l'ultimo.
Sono in corso ulteriori ricostruzioni storiche dai documenti originali degli allievi e dai loro racconti .

Sentire il bisogno di diventare insegnante è un momento importante e andrebbe discusso con l'insegnante che si è scelto (in Giappone sarebbe stato considerato disonorevole cambiare maestro durante il percorso Reiki, ma in occidente le cose sono diverse).
Il primo passo è comunque quello di chiarire con se stessi le motivazioni profonde che portano a questa scelta, perché queste stesse motivazioni influenzeranno il tipo di insegnamento e di trasmissione ai futuri allievi, sia che siano motivazione conscie o che non lo siano. E per il terzo livello, così come per gli altri, toccherà all'insegnante prendere la decisione ultima se l'allievo può insegnare a sua volta, indipendentemente da tariffe o ore di insegnamento preventivate.


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