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MISTERO DEL SAGGIO IMHOTEP

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IL MISTERO DEL SAGGIO IMHOTEP



Introduzione

Se si studia la storia biblica di Giuseppe (genesi capitoli 37-50) non si può non rimanere sorpresi dal fatto che, se il racconto dice il vero, non si sia trovata traccia nella storia d'Egitto di un personaggio così importante. Giuseppe divenne Amministratore e Governatore d'Egitto, dopo il Faraone, e della sua vita non si fa menzione in nessun documento ritrovato dall'archeologia. Come è possibile?

Un altro mistero, questa volta per parte egiziana, sconcerta i ricercatori e gli studiosi e riguarda la figura di un altro personaggio di cui, questa volta, si fa menzione in molti documenti e reperti archeologici. E' Imhotep: anch'egli gran visir e uomo dotato di straordinarie qualità. Manetone, storico egizio del III secolo a.C., afferma che durante il regno del re Zoser (III dinastia) "visse Imouthes (Imhotep), che per la sua bravura in campo medico, ha la reputazione di Esculapio (il dio greco della medicina) fra gli egiziani e che fu l'inventore dell'arte di costruire con la pietra tagliata". Imhotep era un genio anche in altri campi, tanto da meritarsi l'epiteto di Leonardo da Vinci dell'antico Egitto. Proprio per queste sue caratteristiche fuori del comune, molti archeologi sono portati a pensare che possa essere soltanto una figura leggendaria.

Ci troviamo quindi di fronte ad un doppio mistero incrociato: di un personaggio, Giuseppe, tanto decantato dagli scrittori biblici, non si trovano tracce storiche; dell'altro , Imhotep, ugualmente decantato dagli egiziani, e di cui restano numerose tracce storiche, non si trova la tomba.

Giuseppe in Egitto

Iniziamo con una panoramica sulla storia di Giuseppe, così come la riporta la Bibbia.

Giuseppe era uno dei 12 figli di Giacobbe e Rachele. Fin da bambino sperimentò un dono eccezionale: quello della interpretazione dei sogni divini. Questa sua prerogativa fu anche la causa dell'odio dei fratelli con la conseguenza che, appena possibile, lo vendettero a dei mercanti diretti in Egitto. Lì venne acquistato da Potifar, ufficiale del faraone e capo delle guardie. In casa di Potifar, Giuseppe servì come maggiordomo e uomo di fatica. Un giorno, la moglie di Potifar mise gli occhi addosso al giovane e cercò di convincerlo ad andare a letto con lei; Giuseppe rifiutò decisamente, e la donna sentendosi umiliata fece finta di essere stata violentata, e lo fece imprigionare.

Nella prigione Giuseppe incontrò il coppiere e il panettiere del re, ai quali interpretò dei sogni. Il responso del sogno del coppiere fu favorevole, e questi si ricordò dell 12412k1022m a dote di Giuseppe, quando al Faraone successa la stessa cosa. Angosciato per un tremendo sogno avuto, cercava di ottenere risposte dai suoi magi. Venne chiamato Giuseppe, ed egli aiutò il faraone nel suo problema. Il faraone, per ricompensa lo elevò al rango di viceré.

Imhotep e Giuseppe. Un confronto

Nel 1926 furono effettuati degli scavi ai piedi della piramide di Saqqara , a circa 15 chilometri a sud delle grandi piramidi di Giza. Si trovò il basamento di una statua (Vedi "The Ancient Near East", 1958, vol. 1, pag. 24 - J.B. Pritchard) su cui erano incisi i nomi di Zoser ( Djoser, Netjeryket, Neterkhe ) e di: ".... Imhotep, Cancelliere del Re del Basso Egitto, Vicerè, Amministratore del Grande Palazzo, Signore Ereditario, Alto Sacerdote di Eliopoli, Imhotep il Costruttore, lo Scultore, il Creatore dei vasi di pietra... ".

Stranamente queste invidiabili prerogative appartengono anche al Giuseppe biblico: "E Faraone disse ai suoi servitori: 'Potremmo noi trovare un uomo pari a questo, in cui si trova lo spirito di Dio?' E Faraone disse a Giuseppe: 'Giacché Iddio ti ha fatto conoscere tutto questo, non v'è alcuno che sia intelligente e savio al pari di te. Tu sarai sopra la mia casa, e tutto il mio popolo obbedirà ai tuoi ordini; per il trono soltanto, io sarò più grande di te. ti stabilisco su tutto il paese d'Egitto'. E Faraone si tolse l'anello di mano e lo mise alla mano di Giuseppe. E Faraone disse a Giuseppe: ' Io sono Faraone! E senza te, nessuno alzerà la mano o il piede in tutto il paese d'Egitto'" (Genesi 41:33-44)

Giuseppe ricevette ogni autorità tranne quella di diventare faraone lui stesso, nonostante il fatto che egli non fosse di sangue reale, e che fosse di un'altra nazionalità.

Il sigillo di un governatore costituisce il potere, ed è la conferma che una persona ha autorità. Questo cerimoniale è rimasto nella maggior parte delle culture, sebbene oggi la firma di un presidente o di un primo ministro abbia sostituito l'importanza del sigillo

Così il fatto che l'anello con il sigillo del faraone sia stato dato a Giuseppe, significa che egli aveva un potere illimitato. Il ruolo di Giuseppe era principalmente quello di ministro di Stato, e Imhotep sembra che sia stato il primo ad avere una tale autorità nell'antico Egitto. C'è una somiglianza straordinaria quando si confrontano le due persone.

L'iscrizione

Nel 1889, l'egittologo C.E. Wilbour trovò presso la piccola isola del Nilo chiamata Sehel, a nord di Assuan, una stele piena di geroglifici. E' la copia di un documento scritto proprio dal Faraone Zoser, nel 18° anno del suo regno. Probabilmente l'iscrizione è stata fatta nel II secolo a.C. dai sacerdoti del dio Khnum, per giustificare la loro richiesta di alcuni privilegi legati alla terra. Nell'iscrizione geroglifica si parla di una tremenda carestia che ha colpito l'Egitto, e si fa menzione esplicitamente di sette anni di carestia e di sette anni di abbondanza. Come nel racconto biblico, anche se in termini rovesciati.

Facciamo allora un confronto con il testo biblico.

Nell'iscrizione si dice che il Faraone "Era in angoscia sul grande trono"

In Genesi 41:8 è detto che il Faraone ha un sogno "La mattina, lo spirito di Faraone fu conturbato; ed egli mandò a chiamare tutti i magi e tutti i savi d'Egitto, e raccontò loro i suoi sogni; ma non ci fu alcuno che li potesse interpretare"

Nell'iscrizione Faraone è preoccupato a causa della carestia che sta arrivando e chiede a Imhotep di sincerarsi da quale dio provenga la calamità, cosicché egli possa pregarlo: "... Chiesi a lui che era il ciambellano,...Imhotep, il figlio di Ptah... Qual è il luogo ove nasce il Nilo? Quale dio c'è lì? Chi è questo dio? " Imhotep rispose: " ho bisogno della guida di colui che presiede al di sopra della rete dell'uccellatore... "

In Genesi 41:15,16 si legge che il Faraone finalmente interpellò Giuseppe : "E Faraone disse a Giuseppe: 'Ho fatto un sogno, e non c'è chi lo possa interpretare; e ho udito di te che, quando t'hanno raccontato un sogno, tu lo puoi interpretare'. Giuseppe rispose a Faraone, dicendo: ' Non sono io; ma sarà dio che darà a Faraone una risposta favorevole'"

Nel testo egiziano Imhotep è chiamato il figlio di Ptah, che è il dio egiziano conosciuto come il più grande dio, il creatore di tutto, inclusi gli altri dei.

Giuseppe professò la sua fede in un unico Dio, creatore di tutte le cose. In questo senso Giuseppe era diverso dagli altri egiziani perché egli era monoteista.

Il dio che era al di sopra di tutti gli altri dei in Egitto era chiamato Ptah. È quindi logico che a Giuseppe possa essere stato dato il titolo di figlio di Ptah, secondo il costume egiziano.

Nell'iscrizione Imhotep risponde alla domanda del faraone circa il dio del Nilo e descrive dove questi vive. Nel testo biblico Giuseppe spiega il sogno del faraone. Il testo dell'iscrizione racconta che mentre il re dormiva il dio del Nilo, Khnum, gli apparve in un sogno e promise che il Nilo avrebbe dato ancora la sua acqua, e che ci sarebbe stata carestia per sette anni seguita da sette anni di abbondanza.

Questo corrisponde nei dettagli al sogno che Giuseppe interpretò per il faraone eccetto che per l'ordine degli aventi che è capovolto. La Bibbia parla di sette anni di abbondanza seguiti da sette anni di carestia (genesi 41: 25-32).

Anni di carestia in Egitto ce ne sono stati varie volte, ma c'è una sola occasione nella storia della Nazione in cui si parla di sette anni di abbondanza seguiti da sette anni di carestia.

Probabilmente il testo biblico riporta fedelmente la successione degli eventi, mentre l'iscrizione, essendo stata scritta circa mille anni dopo i fatti che narra, potrebbe contenere delle inesattezze.

L'iscrizione continua raccontando la promessa del faraone Zoser al dio del Nilo, Khnum, ossia che la popolazione, con l'eccezione dei sacerdoti nella casa del dio, sarebbe stata tassata del 10% su tutto quello che veniva raccolto.

Nel racconto biblico è scritto che fu lo stesso Giuseppe a consigliare il re in tal senso: "Faraone faccia così: Costituisca dei commissari sul paese per prelevare il quinto delle raccolte del paese d'Egitto, durante i sette anni dell'abbondanza'" (Genesi 41: 34)

"E Giuseppe disse al popolo: 'Ecco oggi ho acquistato voi e le vostre terre per Faraone; eccovi del seme; seminate la terra; e al tempo della raccolta, ne darete un quinto al Faraone, e quattro parti saranno vostre. solo le terre dei sacerdoti non acquistò; perché i sacerdoti ricevevano una provvisione assegnata loro da Faraone" (Genesi 47:23,24,22)

Gli elementi di contatto tra l'iscrizione geroglifica e il testo biblico sono davvero tanti. Il racconto geroglifico è naturalmente egizianizzato, in modo da mettere in risalto il sistema delle divinità egizie: ad esempio il dio Khnum era responsabile delle inondazioni annuali del Nilo, grazie al cui limo si potevano avere abbondanti raccolti. E all'azione di questo dio venivano fatti risalire anche i periodi di magra. L'iscrizione, infatti, è stata prodotta in periodo tolemaico dai sacerdoti fedeli a questo dio.

C'è una iscrizione simile sull'isola di Philae; in questo caso sono i sacerdoti di Iside ad affermare di aver ottenuto gli stessi privilegi dal Faraone Zoser . In altre parole, la stessa storia avviene in differenti circostanze per giustificare privilegi dei diversi gruppi di sacerdoti egiziani.

Imhotep, il grande medico

Imhotep è il più antico medico di cui si trovi traccia nei documenti storici. E' stato equiparato ad Esculapio, il dio della professione medica tra i greci. Di Giuseppe come medico non si dice nulla nella Bibbia, ma il testo di Genesi 50:2 contiene una notazione interessante: "Poi Giuseppe ordinò ai medici che erano al suo servizio, di imbalsamare suo padre". In altre parole, Giuseppe ebbe dei medici al suo servizio.

Dopo la sua morte, Imhotep viene ricordato come il dio delle guarigioni. Il modo con il quale egli guarisce ricorda molto il Giuseppe della Bibbia.

Negli antichi testi greci (vedi "J. W. Estes "The Medical Skills of Ancient Egypt", 1993) si fa menzione di un luogo santo, meta di pellegrinaggi, vicino a Menfi, probabilmente Sakkara. Qui si radunavano da tutto l'Egitto per ricevere una guarigione da Imhotep; dopo aver pregato e offerto sacrifici, si coricavano e nel corso della notte speravano di ricevere dei sogni.

Il ruolo importante che Giuseppe rivestì in Egitto fu proprio quello di interprete di sogni. Quindi, questa prerogativa, e il fatto che avesse dei medici al suo servizio, possono essere indizi che lo collegano ad Imhotep.

Imhotep e Giuseppe - l'epoca

Sappiamo che quando Giuseppe giunse in Egitto, il Faraone regnava già da lungo tempo. Quando Giuseppe interpreta i suoi sogni, il Faraone è già stabile sul suo trono e ha grande potere.

La stessa cosa è stata per Imhotep consigliere del faraone Zoser. Non esiste nessuna testimonianza scritta riguardante la presenza di Imhotep nel periodo iniziale del regno di Zoser. Ad esempio Imhotep, benché ricordato come grande costruttore, non fu l'architetto della tomba di Zoser a Beit Khallaf, una costruzione sicuramente iniziata subito dopo che Zoser è salito al potere. Sul posto c'è un sigillo di argilla con il nome di Zoser, il nome di sua madre e i nomi di numerose persone che avevano delle cariche durante il suo regno, ma Imhotep non è menzionato.

Era cosa usuale che il nuovo Faraone indicasse gli alti dignitari (con al di sopra di tutti la sua propria famiglia) subito dopo essere salito al potere, e che quindi, facesse incidere i loro nomi sulle pareti tombali. Non si trova il nome di Imhotep, e non potendo passare inosservato per i grandi meriti per i quali è ricordato, questo implica che Imhotep non era ancora entrato nei quadri dirigenziali di palazzo per la prima parte del regno di Zoser. E' anche importante notare che Imhotep fu il primo ad avere una posizione così alta nella storia dell'Egitto. Imhotep e Giuseppe sembra che siano giunti al potere in modo simile, cioè qualche tempo dopo che il faraone regnante abbia dato inizio al suo governo. Da alcune iscrizioni si evince che i titoli di Imhotep indicano che egli non era un membro della famiglia reale, ma che aveva raggiunto la sua posizione grazie ai suoi propri meriti. Questa è una cosa unica perché colui che di solito aveva il ruolo di primo consigliere e co-governatore era il figlio del faraone. Anche da questo punto di vista Imhotep e Giuseppe sono molto simili.

Imhotep e Giuseppe- il legame sacerdotale.

Imhotep era sacerdote nella città di Eliopoli (la biblica "On "), che si trova alla periferia della moderna Cairo. Anche Giuseppe ha ricoperto tale carica avendo sposato Asenath, figlia del sacerdote di On, Poti-Pherah (Genesi 41:45). Nell'antico Egitto le persone spesso non vivevano molto a lungo e spesso non superavano i cinquant'anni. Mentre Giuseppe visse a lungo. Non è improbabile che Giuseppe divenne un sacerdote di On dopo la morte di suo suocero. E' anche probabile che Giuseppe abbia ricoperto la carica di Sacerdote di On data la sua elevata posizione nel regno; ricordiamo che data la sua saggezza Faraone considerava Giuseppe quasi un uomo divino. Sembra anche che il Sacerdote di On non fosse rappresentante di un dio particolare ma che avesse tale carica alla stregua di una onorificenza assegnata a una persona scelta per la sua enorme influenza politica. Notiamo, quindi, che Giuseppe e Imhotep ebbero entrambi dei legami diretti con la carica sacerdotale di Eliopoli.

Imhotep e Giuseppe - le piramidi.

Fu Imhotep a progettare la costruzione della prima piramide, e fu anche il primo a costruire con la pietra tagliata, anziché con i mattoni di argilla. Se diamo uno sguardo alla storia egiziana, notiamo che fu durante il regno di Zoser che l'Egitto divenne una grande potenza. Non dimentichiamo che a causa dei sette anni di carestia erano state accumulate grandi ricchezze, per il grano venduto ai sudditi e ai paesi vicini all'Egitto. La Bibbia ci informa che durante i sette anni in cui raccolti furono molto buoni, era stato stabilito un centro amministrativo per l'immagazzinamento e la vendita del grano, sotto la guida di Giuseppe. Le ricerche archeologiche hanno rivelato a Saqqara un grande complesso, che includono, oltre al luogo di sepoltura per il faraone, una serie di altri siti importanti.

Inoltre, intorno alla famosa piramide a gradoni c'è un bellissimo muro decorato. Sul lato orientale del muro vi è un'entrata che immette in una lunga hall fiancheggiata da 40 colonne, 20 per lato. Le colonne sono unite al muro per mezzo di tramezzi verticali. Al termine di questo corridoio ci sono ampi pozzi che scendono in profondità nel terreno. L'ipotesi formulata da alcuni archeologi è che questi pozzi siano delle camere di sepoltura, ma sono eccezionalmente ampi, molto più grandi di qualunque altra camera sepolcrale, e diversi nella forma e nella funzione.Tutti questi pozzi sono uniti uno all'altro da un tunnel centrale. I pozzi arrivano su al di sopra della superficie e uno è fornito di una scalinata che giunge sino al fondo.

È molto improbabile che queste siano delle tombe per la loro enorme grandezza, e perché hanno ampie aperture in cima al livello del terreno. Non e stato fatto alcun tentativo per nascondere queste aperture, come veniva fatto invece per tutte le camere sepolcrali.

Nascondere le entrate delle camere sepolcrali divenne una cosa sistematica in Egitto poiché il defunto veniva sepolto insieme a grandi ricchezze. Inoltre i defunti erano tenuti in grande rispetto, poiché erano rappresentanti degli dei e dovevano essere lasciati a riposare in pace, protetti dai ladri di tombe.

Bisognerebbe anche notare che tutte le altre tombe nelle vicinanze sono realizzate nel modo tradizionale, il che significa piccole tombe con le entrate nascoste. C'è soltanto un posto in Egitto che ha questi pozzi, Saqqara. L'argomentazione che lo stato del terreno e della roccia in questo posto, abbia costretto gli architetti a scegliere un diverso modo di costruire le tombe non regge, per il fatto che tutte le altre tombe in questa area sono costruite nel modo tradizionale.

Questi pozzi con larghe aperture al livello del terreno, devono essere stati costruiti per uno scopo particolare.

La Bibbia ci dice come Giuseppe ha organizzato l'immagazzinamento del grano in tutto il paese: "Così Giuseppe ammassò grano come la sabbia del mare: in così gran quantità, che si smise di contarlo, perché era incalcolabile. ( Gen. 41: 33-36, 49 )

Deve essere stato fatto un progetto eccezionalmente grande per costruire tutti questi silos e corrispondenti magazzini. Per poter conservare il grano per diversi anni era necessario avere nei magazzini un ambiente fresco e asciutto. Silos sotterranei nell'arida regione desertica con aperture al di sopra del terreno, coperte presumibilmente con tetti di legno, avrebbero effettivamente risposto a queste esigenze.

Quando gli stranieri venivano in Egitto per comprare il grano, i testi biblici dicono che esse dovettero andare da Giuseppe: Gen. 42: 6.

Con ogni probabilità il ministro di stato (Giuseppe) del faraone Zoser aveva almeno 11 enormi silos in cui immagazzinare il grano. La quantità di grano raccolta superava i bisogni di una singola città, e tutte le città dell'Egitto avevano i propri magazzini di grano. Poiché c'è un'ampia zona intorno alla piramide a gradoni che non è stata ancora scavata, si può ipotizzare che nella zona c'era un numero anche maggiore di silos. Il complesso intorno alla piramide a gradoni era probabilmente un luogo commerciale internazionale per la vendita del grano, di cui era incaricato Giuseppe in persona.

Poiché furono accumulate grandi quantità di beni e di oro come pagamento di tutto il grano, questo fu un altro motivo perché tutto fosse protetto da alte mura. Il complesso di Saqqara aveva una sola entrata, e questo suggerisce che fosse per motivi di sicurezza. Invece le piramidi di Giza , inclusa la splendida piramide di Cheope, non sono circondate da mura.

Gli 11 pozzi che, sono proprio dopo le colonne, sono molto ampi, con un volume tale da poter contenere circa 40.000 metri cubi di grano tutti insieme (corrispondenti a 4.000 camion con ciascuno un carico di 10 metri cubi).Tutti i pozzi sono collegati da un tunnel sotterraneo e un pozzo ha una scalinata che va fino in fondo al sistema di tunnel; questa scalinata veniva probabilmente utilizzata per scendere fin giù, da dove si potevano poi riempire i sacchi. C'è un tunnel che poi conduce fuori dalla zona. Il complesso di costruzioni a Saqqara è unico, non è stato trovato niente di simile in nessun altro posto. Hayes lo descrive nel modo seguente:

". una vera città, progettata ed eseguita come una singola unità e costruita con fine pietra calcarea bianca proveniente dalle vicine colline di Mukattam" ( W.C. Hayes: "The Scepter of Egypt", vol. II, 1990)

La costruzione e l'uso del centro di Saqqara calza molto bene con il ruolo di Giuseppe in Egitto. Giuseppe aveva bisogno di un centro amministrativo per l'enorme compito che gli era stato affidato: salvare tutto l'Egitto e i paesi circonvicini durante i sette anni di carestia.

La Bibbia racconta che Giuseppe in persona aveva l'incarico dei contatti internazionali (la distribuzione nazionale era delegata ai magazzini dislocati nelle città), e in questo modo venne in contatto con i suoi fratelli.

Anche i fratelli di Giuseppe stavano soffrendo per la carestia e viaggiarono fino a un centro amministrativo in Egitto, dove c'era una grande quantità di grano e un luogo di commercio. In più, il secondo uomo più importante dell'Egitto, l'amministratore e possessore dell'anello con il sigillo del faraone, aveva lì la sua sede amministrativa.

C'è qui un altro legame con Imhotep.

Imhotep fu chiamato il "costruttore" e l'"inventore dell'arte di costruire con la pietra tagliata". Senza dubbio Giuseppe iniziò un intenso lavoro edile in tutto l'Egitto. Dovette erigere costruzioni ampie che avevano lo scopo di immagazzinare il grano e altri alimenti per un lungo periodo. Esse dovevano essere costruite velocemente poiché era necessario affrettarsi per ammassare il cibo durante gli anni di abbondanza. Gli ordini di costruire furono inviati in tutto il paese, e ogni città dovette avere i propri magazzini certamente Giuseppe fu un tipo di costruttore del tutto eccezionale, che si vedeva raramente.

A Saqqara possiamo anche notare che il materiale usato nelle costruzioni di questo centro amministrativo era di buona qualità, era bello a vedersi e fu costruito con pietra tagliata. Questo concorda con la descrizione di Imhotep..

La piramide a gradoni di Saqqara si trova dentro il complesso contenente i pozzi di Grano, e secondo la storia egiziana, Imhotep, il ministro di stato del faraone, ne fu il costruttore. Se le cose dette su Giuseppe sono vere, se egli può essere il famoso Imhotep, allora Giuseppe è il costruttore della piramide a gradoni.

Imhotep e Giuseppe - Il luogo della sepoltura

Imhotep fu una persona estremamente importante nell'antico Egitto , aveva una grande influenza e una posizione molto elevata. Quindi, secondo quella che era la tradizione, la sua tomba doveva essere impressionante, e avrebbe dovuto trovarsi tra le altre tombe che sono state scoperte. Invece la tomba di Imhotep non è mai stata trovata.

Gli studiosi sono sconcertati proprio per questa assenza inconcepibile.

Afferma Erich von Daniken (Gli occhi della sfinge, pag. 215) "Il farone Zoser, il costruttore della piramide a gradoni di Saqqara, poteva contare non solo su informazioni celesti di prima mano, ma anche sul suo capo-architetto Imhotep, che più tardi sarebbe stato venerato dagli egizi come un dio e la cui tomba gli archeologi stanno cercando, fino a oggi, inutilmente"

L'egittologo John Anthony West (Guida insoilita dell'Antico Egitto, pag. 19) dal canto suo afferma: "Fu durante il regno di Zoser che visse il leggendario Imhotep. Nonostante Imhotep sia menzionato in diverse stele databili a Zoser, la sua tomba non è mai stata trovata, mentre sono state rinvenute e identificate centinaia di sepolture di individui di minore importanza"

Un altro egittologo famoso, Christian Jacq, ritiene invece che sia possibile parlare di una tomba di Imhotep. Nel suo libro "L'Egitto dei grandi faraoni" scrive: "L'archeologo britannico Emery era convinto che la tomba del grande saggio fosse stata scavata nel settore nord di Saqqara. Cercandola, scoprì un pozzo funerario della III dinastia, quella di Zoser e di Imhotep. Pieno di aspettative, giunse a un vero e proprio labirinto, a più di dieci metri sotto terra, dove erano ammassate migliaia di mummie di ibis. Imhotep stesso era chiamato 'l'Ibis' e i sacerdoti incaricati del suo culto costituivano 'il collegio dell'Ibis'. Quel labirinto sotterraneo era dunque un omaggio indiretto alla memoria del grande costruttore" (pag. 64)

Poi aggiunge un passaggio importante sul quale ritorneremo: "Se la mummia e la tomba di Imhotep non sono state ritrovate, la sua opera fondamentale è rimasta invece viva e ben visibile" (pp. 64,65)

Precedentemente abbiamo affrontato la questione di Imhotep grande dottore. Antichi testi greci descrivono un posto non lontano da Memfi che era meta di pellegrinaggi. Saqqara era situata vicino Memfi. E a Saqqara è stato ritrovato il famoso labirinto pieno di ibis imbalsamati..

Iscrizioni e monete trovate sul posto indicano che persone di diversi paesi andarono lì per essere guarite. Un'iscrizione anonima di un greco che venne in questo posto, racconta come questi fu guarito tramite un sogno.

Fino a un milione di ibis, mummificati e messi in canopi, erano stati portati a Imhotep per onorarlo, e fino a oggi questi tunnel ne sono pieni.In seguito è stato scoperto che i tunnel erano collegati a un condotto che portava in una camera mortuaria, che non era vuota, ma conteneva un sarcofago vuoto. Vicino a questa camera mortuaria c'era un'altra camera piena di vasi di terracotta rotti che recavano il sigillo del faraone Zoser.

Questa tomba doveva essere appartenuta a una persona molto importante, che aveva il sigillo del faraone Zoser sui suoi vasi. La persona non era più nella tomba, ma restava il sarcofago vuoto. Molto probabilmente questa era la camera mortuaria di Imhotep. Ma cosa ne era stato di Imhotep?

Quando Giuseppe morì, fu imbalsamato, messo in un sarcofago e sepolto in Egitto (Gen. 50:26). Dove sarebbe stato sepolto se non a Saqqara? Giuseppe deve aver avuto certamente un funerale regale. Sappiamo anche che Giuseppe fece fare un giuramento ai figliuoli d'Israele: avrebbero dovuto portare le sue ossa con loro quando sarebbero andati via dall'Egitto (Gen. 50:22-26).

Più tardi, quando Mosè guidò l'Esodo (la partenza dall'Egitto), mantenne il giuramento e portò le ossa di Giuseppe con se (Es. 13:19). Questo era in linea con quello che in seguito divenne un'usanza ebraica. Una persona veniva sepolta e dopo un certo periodo di tempo le ossa venivano dissepolte e messe in una piccola cassa di legno (urna) che di solito veniva tumulata in una grotta. Il popolo d'Israele dovette mantenere il giuramento di portare con sé le ossa di Giuseppe, secondo l'usanza biblica.

Qui c'è un collegamento molto chiaro con Giusepe. Giuseppe fu sepolto in un sarcofago in Egitto. Doveva essere una tomba impressionante visto il ruolo importante che Giuseppe ebbe in Egitto. Quando il popolo d'Israele uscì dall'Egitto, portò le ossa di Giuseppe con sé, ma probabilmente non il sarcofago. Al tempo dell'Esodo, Giuseppe, che molto probabilmente aveva fatto di Saqqara il suo centro amministrativo, avrebbe lasciato dietro di sé un sarcofago vuoto esattamente in questo posto.

Se secondo l'ipotesi, Giuseppe e Imhotep sono la stessa persona, allora Giuseppe dovrebbe essere stato sepolto a Saqqara, dove anni dopo gli antichi egiziani offersero i sacri ibis in onore di Imhotep.

Dietro queste gallerie si trova la camera mortuaria di Giuseppe. Il testo biblico (Gen 41:41-42) dice chiaramente che Giuseppe ricevette l'anello di governatore con il sigillo del faraone, quando raggiunse la posizione di autorità all'età di 30 anni. Poiché Giuseppe visse altri 80 anni, è molto probabile che mantenne il suo sigillo durante il regno di diversi faraoni.

Se questa tomba appartenne a Giuseppe, e ci sono molte cose che lo indicano, allora c'è qui un collegamento molto chiaro tra Giuseppe e il faraone Zoser. Ma il ministro di stato di Zoser era Imhotep, che a sua volta era Giuseppe.

Questa camera mortuaria ha una caratteristica che la contraddistingue, rispetto alle altre camere mortuarie dei faraoni. Le camere mortuarie dei faraoni erano sempre rivolte a est, verso il sorgere del sole, mentre questa camera mortuaria era rivolta a nord. Questo implica che la persona sepolta in questo luogo non adorava gli dei egiziani, anche questo può essere un indizio che collega alla religiosità di Giuseppe.

Ci preme ricordare che la tomba era vuota, ma non saccheggiata.

I vari nomi di Imhotep

Personaggi influenti, e soprattutto capi di nazioni, sono stati conosciuti con una certa varietà di nomi: un esempio sono le famiglie reali europee. Ci sono varie somiglianze tra queste famiglie e le famiglie che governarono in Egitto. Le somiglianze più importanti sono l'ereditarietà del potere e i tanti titoli di cui si fregiavano.

Se, ad esempio, prendiamo la famiglia reale di Svezia al nome del sovrano Carl-Gustaf Bernadotte potrebbe essere aggiunto: Principe Ereditario Carl-Gustaf; Duca di Juntland, Re di Svezia, Carl XVI Gustaf, Re Carl-Gustaf, Detentore dell'Ordine del Serafino, Capo di Stato.

Tutti questi nomi sono riferiti ad una sola persona e la rappresentano nei vari periodi della sua vita e del suo regno, ma potrebbero essere aggiunti altri titoli e funzioni.

Molti nomi diversi sono la regola e non l'eccezione tra i leader delle nazioni, ed è chiaro specialmente quando si tratta di famiglie in cui il potere è ereditato.

Stessa storia per le famiglie dinastiche egiziane. La differenza è che quando si parla della storia dell'Egitto le informazioni sono molto limitate, e devono anche essere interpretate e tradotte da una lingua morta basata sui simboli.

Gli antichi documenti e le iscrizioni degli egiziani non sono sempre databili con metodi oggettivi. In più si sa che tutti i reggenti egiziani avevano diversi nomi, e che l'Egitto aveva da uno a tre reggenti allo stesso tempo.

Spesso lo scienziato è consapevole di questa incertezza, e preferisce parlare di 'ipotesi', di 'supposizioni' o di 'premesse'. Tuttavia non è completamente inusuale che in molti libri si parli di queste ipotesi come se fossero la verità.

Tutto questo per dire che, probabilmente, anche Imhotep avrebbe potuto avere più nomi. Probabilmente anche Giuseppe ebbe più nomi.

1. Giuseppe, il nome che ricevette dalla sua famiglia (Gen. 35:24).

2. Zaphenath-Paneah, il nome che faraone diede a Giuseppe quando assunse la sua posizione (Gen. 41:45)

3. Imhotep, il nome che forse Giuseppe ricevette quando fu nominato ministro di stato.

In aggiunta a tutti questi, un altro nome si accorderebbe con Giuseppe, vale a dire:

4. Ptah-hotep. La prima parte di questo nome indica quale dio la persona rappresenta o al quale appartiene. Ptah significa il dio supremo, creatore di tutte le cose. Come dicono i testi biblici, Giuseppe non rinnegò mai la sua fede nel dio unico, Dio il creatore di tutte le cose. Per questa sua fede Giuseppe si differenziava in maniera molto marcata da tutti gli altri ministri di stato e faraoni, che pregavano molti dei e consideravano se stessi delle divinità. E' da notare che fra le altre cose che proprio ad Imhotep fu dato il titolo di "figlio di Ptah". Sono state fatte delle scoperte a Saqqara in cui uno scriba tiene un oggetto sacro che rappresenta Ptah.

Vediamo quali erano, invece, i titoli di Imhotep: era il Ciambellano, l'Ibis, il Capo dei sacerdoti, Il figlio di Ptah Probabilmente Imhotep (Giuseppe) ricevette il nome Ptah-otep dopo la sua morte. Giuseppe visse a lungo dopo, essere divenuto ministro di stato. Pertanto Giuseppe servì per diversi anni sotto vari faraoni, sempre adorando l'unico Dio. Non è difficile pensare che in aggiunta a tutti gli altri titoli ricevette quello di Ptah-hotep.

Testimonianza della carestia

A Saqqara è stata ritrovata una lunga iscrizione. Le figure mostrano personaggi in avanzato stato di denutrizione. L'Egitto ha sperimentato molti periodi di carestia. Mai un periodo di sette anni: avrebbe portato all'estinzione, non solo l'Egitto, ma tutte la nazioni circonvicine. E' quindi probabile che una carestia, come quella ricordata nella Bibbia, abbia trovato menzione, non solo sulle pagine del libro dei cristiani, ma anche sulle pareti dei templi egiziani.

L'iscrizione di cui abbiamo parlato, mostra anche degli uomini che portano dei sacchi di grano e salgono una scala. Probabilmente è rappresentato l'intero complesso di Saqqara e l'avvenimento che è rimasto scolpito nella memoria delle generazioni.

Le parole di saggezza

Nell'antichità Imhotep era considerato un grande saggio. In un testo trovato in una tomba, l'arpista Antef ha lasciato un canto malinconico sui grandi uomini del passato; cita Imhotep fra i saggi e gli scrittori con questa frase: "Ho ascoltato le parole di Imhotep". Questo significa che ciò che era stato scritto da Imhotep era conosciuto all'epoca, anche se non ci è giunto nulla a suo nome. Si conoscono invece dei visir e sacerdoti di Eliopoli che hanno raccolto e tramandato delle massime di saggezza: il loro nome è, per tutti, Ptah-hotep. Ma, ricordiamo che anche Imhotep era chiamato "figlio di Ptah", e quindi potrebbe benissimo essere stato il primo Ptah-hotep, da cui derivano tutti gli altri. E' possibile che i successori di Imhotep abbiano semplicemente messo il loro nome su materiale che non era loro: questo comportamento in Egitto era cosa frequente.

Ci informa Christian Jacq: "I suoi (di Imhotep) libri di massime sono purtroppo andati perduti, ma Imhotep rimase a lungo il patrono degli scrittori e degli scribi i quali, prima di tracciare i geroglifici, versavano qualche goccia d'acqua nel loro scodellino in omaggio alla memoria dell'antenato Imhotep" (L'Egitto dei grandi faraoni, pp. 62.63)

Anche Giuseppe era considerato un grande saggio "E Faraone disse a Giuseppe: 'Giacché Iddio ti ha fatto conoscere tutto questo, non v'è alcuno che sia intelligente e saggio al pari di te'" (Genesi 41:39)

Molti studiosi hanno affermato che la saggezza contenuta nella Bibbia sia di derivazione egiziana. Infatti diversi detti di Imhotep-Path-hotep sono identici a quelli che si trovano nel libro biblico dei Proverbi. Eccone degli esempi:

IMHOTEP:  "Uno pianifica il suo futuro, ma non sa ciò che avverrà"

GIUSEPPE: "Non ti vantare del domani, perché non sai quello che un giorno possa produrre" (Proverbi 27:1)

IMHOTEP:  "Se sondate il carattere di un amico, non andate in giro a chiedere, ma avvicinatelo da solo"

GIUSEPPE: "Discuti la tua causa con il tuo vicino da solo, non divulgare il segreto di un altro" (Proverbi 25:9)

IMHOTEP:  "Se sei uno degli ospiti a tavola del dignitario, considera chi ti sta davanti"

GIUSEPPE: "Quando ti siedi a tavola con un principe, rifletti bene a chi ti sta davanti" (Proverbi 23:1)

Il libro biblico dei Proverbi è, come per la raccolta di massime di Ptah-hotep, un compendio di lavori fatti da non si sa chi, anche se alcune massime sono attribuite a Salomone. E' possibile che il re giudaico abbia raccolto materiale che si trovava in giro e che, alcune di queste produzioni fossero proprio di Giuseppe.

Quindi non c'è nella Bibbia influenza egiziana ma, addirittura, il contrario. Infatti se leggiamo il salmo 105:17-22, troviamo quanto segue: "Dio mandò dinanzi a loro un uomo, Giuseppe, fu venduto come schiavo. I suoi piedi furono serrati nei ceppi. e la parola dell'Eterno, nella prova, gli rese giustizia. Il re mandò a farlo sciogliere, il dominatore dei popoli lo mise in libertà; lo costituì Signore della sua casa e governatore di tutti i suoi beni per incatenare i principi a suo talento, e insegnare ai suoi anziani la sapienza"

Sembra quindi che sia stato un israelita ad insegnare la saggezza al popolo egiziano, e non il contrario.

Sono stati scoperti rotoli di papiro che sono copie delle "Istruzioni di Ptah.hotep". Alla fine del manoscritto l'autore dice che è vicino alla morte, dopo aver vissuto 110 anni. Afferma anche che aveva ricevuto dal Faraone riconoscimenti come mai nessuno, prima di lui, aveva ricevuto.

Questo si accorda molto bene con il racconto di Giuseppe: ricevette onori come nessuno in Egitto e, anche lui, morì a 110 anni : "Giuseppe dimorò in Egitto; egli, con la casa di suo padre; e visse centodieci anni." (Genesi 50:22)

Secondo studi accurati, l'età in cui visse Giuseppe coincide con il periodo della terza dinastia egiziana, quella in cui sono vissuti Zoser e Imhotep. Durante la terza dinastia non possono esserci stati in Egitto molti uomini con questa posizione unica.

Un'ipotesi afferma che 110 anni è un'età simbolica per le persone potenti. Se questo fosse vero, allora Imotep e Giuseppe hanno ricevuto lo stesso segno di onore. Però, è molto probabile che sia un'età reale, almeno per Giuseppe, poiché i testi biblici registrano fedelmente l'età di ogni persona. Ad esempio, di Abramo è detto che visse fino all'età di 175 anni, Isacco 180 anni e Giacobbe 137 anni. Se 110 anni fosse un'età fittizia per onorare una persona importante, allora anche a questi altri patriarchi gli scrittori biblici avrebbero dovuto dare questa età.


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