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A B C D E F G H I L MNOPQR S T U V Z X YKW
FILOSOFIA ANTICA
SOCRATES SOCRATES socrates swkrates 616e415g ?
L'indomabile oscillare delle parole , nonostante la disciplina e i controlli , induceva i sofisti allo scambio delle parti tra verosimiglianza e verità. Socrate scoprì il "concetto".
personaggio controverso che oscilla tra due poli quello del Santo e quello del tentatore. Di certo egli fu una personalità "demonica" dominata dalla "volontà di sapere". Appartiene al novero dei sofisti, fu allievo di Anassagora, critica la tradizione mitica e si interessò alla filosofia naturale anche se poi laa abbandonò mantenne uno spirito positivo di tipo "illuminista".
Nietzsche ne coglie il carattere popolano, rissoso ironico ed insidioso di contro all'autorità dell'aristocrazia. Anche la sua dialettica è di tipo agonistico:irride e vince, ironizza per demolire le certezze ed indurre l'avversario ad una considerazione critica del mondo.
Nell'"Apologia"Platone gli fa rivelare dall'oracolo di Delfi di essere il più sapiente in quanto"sa di non sapere"e che "sapiente non esiste nessuno."
Chi lo accusò di corrompere le menti dei giovani capì tutta la forza eversiva delle considerazione di Socrate.Egli crede nel Dio in quanto crede nei dem
oni , ma questi demoni non sono che espressioni del "Daimon" della critica. Per questo tentarono di farlo fuggire, ma Socrate resto' perchè era un uomo della "Polis"quindi un soggetto politico che intende promuovere il bene della città. Socrate critica la società ma crede nelle buone leggi comuni (Eunomia) e le difende. Nel bene collettivo è il bene singolo. Le leggi possono essere persuase (modificate), ma non negate (Critone)quindi è bene che Socrate muoia perchè la città viva.
In questo dilemma tra le esigenze del singolo e le necessità della convivenza vive la stessa polis greca
Socrate ebbe uno spirito illuminista e come i sofisti si mostra critico verso i miti e le tradizioni antiche come verso la vecchia tradizione oligarchica ed aristocratica. Discepolo di Anassagora si occupò di filosofia naturale che poi abbandonò per dedicarsi alla logica del discorso.
Nietzsche lo definisce uno spirito "plebeo" furbo ed ironico che ama la battaglia verbale, il dialogo "agonistico" in cui l'avversario è sconfitto ed irriso. Indubbiamente il Nostro fu ironico ma l'intento era quello di condurre l'interlocutore alla visione critica di una realtà problematica e misteriosa.
Socrate è il più sapiente dei greci perchè sa di non sapere.(Apologia) Egli intuisce che nel mondo non esiste la verità, in questo senso se lo sfondo del sofista è la tragedia, lo sfondo dell'illuminismo socratico è il mistero. Se la critica sofistica di certo non andava oltre l'indicazione del fatto giusto o ingiusto, quella socratica ha una valenza eversiva: pretende di "definire" cosa è (il concetto) la giustizia il che mette in crisi la giovane democrazia di Trasibulo.
Il "dialogo" è la via regia per pervenire alla conoscenza del concetto e si divide in due momenti: Ironia e Maieutica.
Il primo momento ironico. Attraverso la tecnica del discorso il Nostro riesce a condurre l'avversario alla paralisi, antilogia (discorso per il quale nulla può più essere affermato o negato). Socrate costringe l'avversario all'angolo e lo intorpidisce come una torpedine, si profila la genesi retorica del principio di contraddizione.
Il conoscere per Socrate non è ricezione passiva, ma partecipazione attiva esercizio del discente che permette di far emergere la verità che è in lui perchè l'uomo ha in sè la capacità di verità.
Il secondo momento è quello maieutico che è l'arte del far partorire le anime degli uomini facendo loro aquisire il concetto o "Che" delle cose riducendo il diverso ad "uno" il molteplice all'unità della quale esse partecipano.
Le scuole socratiche
I Cinici
Fondata da Antistene e continuata da Diogene di Sinope si distingue per la critica all'universale (Si vede il cavallo non la cavallinità). Gli universali sono puri nomi la definizione non può cogliere la natura delle cose. Negando l'universale si nega anche la capacità di giudizio cioè la possibiltà di includere un soggetto nel predicato.
I Cirenaici
Fondata da Aristippo di Cirene (V-IVaC) ebbe interessi etici: riducendo la conoscenza alle sensazioni arriva alla determinazione che il vero è il piacere nell'atto stesso del suo realizzarsi, il ricordo di quelli passati e la speranza di quelli futuri generano angoscia, la felicità si coglie all'istante.
PLATONE
La sua filosofia si impernia sulla dottrina delle idee. Il termine "Eidos" deriva dal verbo indoeuropeo "idèin"(Videre-vedere). Platone mutò il senso della parola trasformandola in visione intellettuale. Idea sarà da ora in poi visione della forma intellegibile della cosa che è oggetto del pensiero.
L'dea è la causa delle azioni umane e dà loro quella caratteristica che le distingue le une dalle altre, l'archetipo il criterio universale ed il modello per tutte le azioni.
L'idea è anche l'essenza immutabile di tutte le cose sensibili mutevoli, quindi la vera realtà quella che è veramente ciò che è.
L'idea è quindi la condizione unica per il verificarsi della conoscenza (episteme) infatti solo ciò che è sempre ciò che è può essere studiato infatti"come potrà essere qualcosa ciò che muta continuamente.(superamento definitivo della negazione parmenidea della molteplicità dell'essere)
La ricerca del criterio assoluto e immutabile che consente di distinguere le cose. La scienza deve essere necessariamente conoscenza di oggetti immutabili, le cose mutevoli, infatti (Cratilo)
La convinzione che tutte le cose siano mutevoli deriva da Eraclito, quella della possibilità della vera conoscenza da Socrate, da Parmenide deriva la necessità di un punto di riferimento univoco, l'idea.
Da queste considerazioni ricava alcuni assiomi:
A) Ciò che "è" assolutamente è l'idea conoscibile perfettamente (episteme)
B) Il divenire non è conoscibile perfettamente resta una opinione (doxa)
C) Il non essere non è conoscibile.
La dottrina delle idee salvaguarda la possibilità della scienza intesa come conoscenza dell'universale immutabile. Nella Repubblica Platone distingue la filosofia dalla matematica considerata inferiore.
Dottrina delle idee
FILOSOFIA , scienza , intellezione (NO'ESIS) si basa sulla certezza razionale
MATEMATICA, semplice pensiero discorsivo dianoetico (DIA'NOIA) ipotetico. I numeri sono immagini della vera realtà delle idee.
OPINIONE credenza negli oggetti sensibili: conoscenza degli oggetti del mondo sensibile (pistis)
conoscenza delle immagini del mondo sensibile (arte)
sono dunque quattro i gradi della conoscenza: immaginazione, credenza, pensiero dianoetico, intellezione.
ETICA
La dottrina delle idee ha anche un significato etico fornisce un criterio di comportamento in vista del raggiungimento della virtù.(P94) L'ascensione a gradi sempre più alti della conoscenza espressi nel mito della caverna corrisponde ad un progressivo avvicinamento alla virtù. Infatti l'idea del bello del bene e del giusto sono universali ed immutabili e solo chi conosce l'idea del bene in sè può governare gli altri(Repubblica).Amore è possesso del bene e del bello, esprime il senso stesso della filosofia e raggiunge il suo fine: la felicità. Ad esempio l'amore per un bel corpo porta ad amare il bello comune a tutti i corpi ed induce ad amare il bello anche delle anime come desiderio di procreare "nel bello"producendo belle opere ed azioni virtuose, acquisendo quindi la scienza suprema, quella del bello in sè(Convito).Il cosiddetto "amor platonico"consiste quindi nel desiderio di generare virtù contemplando l'idea del bello e non i suoi simulacri, procurandosi così la vera immortalità.
La dialettica
E' l'attività razionale che indaga sulla struttura interna del mondo intellegibile (rapporti tra le idee), è quindi la forma più alta del sapere, la vera filosofia. Essa indaga sui concetti individuando in essi la realtà delle cose esistenti dapprima giustificando le ipotesi di partenza con ipotesi sempre più universali poi distruggendole fino al raggiungere un principio non ipotetico universale (Idea del Bene) dal quale ricostruire discendendo tutte le idee partendo dalla loro causa (Repubblica).
Nel "Fedro" la dialettica viene definita anche ricondurre ad un'unica forma il molteplice (Synagoghè)
e dividere l'unica idea in molte idee particolari (Diàresis). Al mondo delle idee corrisponde quello sensibile (Parmenide)anche se talvolta ad idee di valore positivo si affiancano idee di valore negativo(Sporcizia, menzogna ecc). Il rapporto che intercorre tra l'idea e la cosa sensibile è detta:"Mèthexis"(Partecipazione).
Difficoltà
Il mondo ideale risulterà un doppione di quello reale
L'attribuzione di una idea ad ogni cosa moltiplicherebbe le idee infatti una idea può partecipare di una parte soltanto di una cosa ed un'altra di una parte diversa.Occorrerà quindi un'altra idea che abbia un carattere omune con la cosa e con l'idea di una sua parte.(?) Questa obiezione sarà ripresa nel "Terzo uomo" di Aristotele. Neanche la scappatoria della "Mimesi" regge perche il modello (idea) ha gli stessi caratteri dell'immagine (cosa) quindi il processo è infinito come nella partecipazione. Ancora un' obiezione consiste nell'osservare come se le cose sono separate dalle idee queste saranno in relazione solo con altre idee e le cose solo con altre cose. In questo modo noi non avremo tramite i sensi delle idee nè le idee conosceranno noi, quindi neanche Dio, che appartiene al mondo sovra sensibile, conoscerà le cose.
La ragione di queste obiezioni sta nel fatto che le idee oltre ad esprimere predicati universali comuni a molte cose si autopredicano, infatti l'idea di un' uomo è essa stessa un uomo.Ciò ha una ragione etica:
Le idee sono predicati comuni a molte cose ma anche modelli, esemplari, paradigmi delle cose debbono quindi avere caratteristiche comuni alle sue immagini.(Parmenide)
Nuova formulazione della dottrina delle idee
Il principio del terzo escluso risolve il problema parmenideo della contraddizione dell'essere al non essere. Infatti se tra due proposizioni c'è contraddizione non esiste una terza posizione: una cosa può essere o non essere cioè non essere identica all'idea dell'essere; una cosa può essere identica a stessa, ma diversa dalle altre partecipando sia della identità che della diversità. Ogni cosa è identica a se stessa e molteplice: un uomo ad esempio è pesante e leggero ripetto a cose diverse (relatività) perchè partecipa all'idea del pesante e a quella del leggero. In ogni idea esiste un principio di "determinatezza"(pèras) ed uno di "indeterminatezza" (àpeiron). Al genere del determinato (finito) appartengono: numeri, idee, loro rapporti tutto ciò che è misurabile. A quello dell'indeterminato (infinito) le qualità indeterminate (misurabili solo approssimativamente con il più o il meno): caldo-freddo, secco-umido, veloce-lento.p102 Al genere "misto" appartengono le cose generate dall'essere (Stagioni salute, musica; Filebo)
L'Uno e la Diade indefinita
Secondo Aristotele Platone avrebbe identificato le idee con i numeri considerandoli come causa delle altre cose (Uno causa formale di unità e determinatezza principio del Bene e la Diade indefinita o "grande e piccolo" causa materiale dalla quale si generano tutti gli altri numeri principio del male). La riduzione degli enti a strutture matematiche è spiegata da A come riduzione dei corpi a solidi geometrici di questi a superfici, a linee, a punti e dai punti ai numeri-idee diversi dalle unità matematiche in quanto immodificabili ed indivisibili. Nel Filebo Platone mantiene,comunque sempre distinti il piano superiore delle idee e quello inferiore della realtà materiale e numerica. Questa visione gerarchica e gradazionista che per Aristotele Platone trasse dal pitagorismo,verrà ripresa dagli scolari di Platone ed in particolare da Speusippo che sostituirà i numeri matematici alle idee.
Il demiurgo le idee e lo spazio
Platone si pone il problema dell'origine del cosmo e della sua struttura sempre tenendo conto che l'indagine sarà limitata a ciò che diviene, oggetto della Doxa e non di ciò che è oggetto della vera scienza o episteme. Il mondo del divenire fisico ha bisogno di una causa della generazione che trascende il mondo sensibile e che sia intelligente ed attiva. Platone la identifica in un artefice divino fattore e padre dell' universo. Questo non sarà un Creatore biblico ma un rispecchiatore del modello eterno posto nel mondo delle idee.
Questi plasma il mondo ponendo ordine nel Caos degli elementi e struttura il cosmo secondo principi matematici e mettendo in esso un"Anima mundi" composta dall'identico dal diverso. Oltre al Demiurgo e alle idee P definisce una realtà intermedia chiamato ricettacolo o "nutrice" (Ekmaghèion) sede e Spazio (Chorà) che somiglia alla "Diade idefinita", non materia cioè cosa di cui sono formate, bensì cosa in cui si formano sorta di superficie riflettente in cui passano le immagini della realtà.
La teoria del Demiurgo influenzò potentemente il "Medio platonismo"(IIsecdC) che identificando le ide con il contenuto della mente di Dio permise ai cristiani di riferirsi al Timeo facendo di Platone un Creazionista influenzato da Mosè. Il Neoplatonismo elimminerà il terzo elemento della Diade come "spazio"riducendolo a materia e quindi semplice "non essere".
L'UOMO, L'ANIMA, LO STATO, L'ARTE
I greci scoprirono le leggi universali della natura umana, Platone elaborò la dottrina orfico-pitagorica della duplice natura dell'uomo dividendolo in due parti: "Corpo" e "Anima" ciascuna delle quali ha un suo stato di benessere e di malessere, di virtù e vizio, di salute e malattia. Nel Fedone spiega la serenità di Socrate morente con la convinzione che la morte sia solo separazione dell'anima purificata dal corpo corrotto come insegnavano i poeti orfici.
Nel Politico definisce la scienza del buon governo (scienza regale) che è uguale alla conduzione della casa (economia, da òikos:casa) e ricerca la giusta misura. Il buon politico non ha bisogno di leggi perchè sa valutare e conosce i casi singoli.
Il governo si deve svolgere nel rispetto della legge,la costiutuzione meno imperfetta è la democrazia.Nel politico non è presente la divisione in classi.
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